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Parigi, scoperta auto contenente bombole di gas: due fermi
PARIGI, GIOVEDI 7 SETTEMBRE - Per i francesi continua un incubo che sembra non finire più: a Parigi, nei pressi della cattedrale di Notre Dame, è stata ritrovata nella notte fra sabato e domenica, una vettura contenente sette bombole di gas.[MORE]
È l’Antiterrorismo a fornire maggiori informazioni, dichiarando che l’auto, una Peugeot 607, non aveva la targa e al momento dell’ispezione aveva i lampeggianti accesi.
Inoltre, l’auto è rimasta parcheggiata “per quasi due ore” in sosta vietata, in Rue de la Bucherie, come afferma il presidente del V Arrondissement Florence Berthout.
L’auto sembrava del tutto abbandonata, ma il clima di paura scatenato dagli attacchi terroristici che hanno ripetutamente colpito la Francia, massimizza l’attenzione su tutto.
All’interno della vettura, le forze dell’ordine hanno trovato una bombola vuota sul sedile anteriore, mentre, aprendo il bagagliaio, se ne sarebbero trovate altre sei piene, ma, come riporta Le Figaro, la prima testata a lanciare l’allarme, è stato verificato che non fossero collegate a detonatori o dispositivi di alcun tipo.
Le Monde, invece, ha riferito dettagli rilasciati dalla polizia, affermando che sul sedile anteriore, assieme alla bombola vuota, sono stati ritrovati anche dei documenti in arabo.
Nella giornata di martedì 6 agosto erano state fermate sei persone, quattro delle quali rimesse in libertà nella mattinata del giorno seguente, ma una risulta schedata proprio come jihadista integralista.
Tuttavia, la polizia non esclude nessuna ipotesi, poiché come potrebbe trattarsi di un attacco terroristico, potrebbe anche trattarsi di un attacco al principale commissariato di polizia del centro, vicino al luogo del ritrovamento della vettura.
Gli stati di fermo aumentano: a Montargis, nella regione di Loiret, sono state fermati un uomo e una donna- Già nella giornata di martedì 6 agosto erano stati fermati e interrogati dalla polizia antiterrorismo un uomo di trentaquattro anni e la sua compagna, una donna di ventinove anni che, secondo alcune fonti, sarebbe già nota ai servizi in quanto schedata come ‘S’, dicitura che indica il rischio di radicalizzazione.
Secondo altre fonti invece, l’uomo sarebbe il proprietario dell’auto ed era anch’egli noto all’Intelligence.
La coppia avrebbe aiutato la vera e presunta attentatrice, una ragazza di diciannove anni, che avrebbe piazzato gli esplosivi.
La diciannovenne era nota alle autorità, e schedata perché radicalizzata. Il padre della ragazza, fermato anche lui ma rilasciato poco dopo, ha confermato che la figlia avesse dichiarato l’idea di andare in Siria.
Si aspettano gli aggiornamenti dalle autorità per informazioni e piste certe.
Il direttore generale della sicurezza interiore (Dgsi), Patrick Calvar, in un intervento a porte chiuse all’Assemblea nazionale, si era detto “persuaso” all’idea che l’Isis “passerà alla fase delle autobomba e degli ordigni esplosivi”.
(foto da ilsole24ore.com)
Eleonora Ranelli