L'esperto risponde

"Papi-Gump", il paladino dell'affido condiviso dei minori

13 NOVEMBRE 2013 -  La legge numero 54 del 2006 stabilisce che l’affido condiviso di figli con genitori separati sia la regola. Vale a dire che vi sia perfetta parità di tempi da trascorrere con il minore e uguale incidenza sulle decisioni da prendere in favore del proprio figlio.

Una legge ampiamente condivisibile, una tappa fondamentale della civiltà giuridica italiana, che però non trova sempre un'applicazione fedele al dettato normativo. Antonio Borromeo, un papà separato di Vasto, in terra d'Abruzzo, lotta da tempo perché sia effettiva la “bigenitorialità”, ovvero che “non ci siano più figli orfani di genitori vivi”.

Borromeo auspica quindi la costituzione di un Tribunale specializzato in materia di Famiglia, formato esclusivamente da giudici togati con un’alta formazione degli operatori. Richiede inoltre un concreto ridimensionamento del ruolo e dei poteri dei servizi sociali, che andrebbero sostituiti con nuclei di polizia giudiziaria specializzata nel monitoraggio degli affidi. Borromeo è in effetti reduce dall'esperienza paradossale di un affido condiviso stabilito giudiziariamente, che in sede di esecuzione era diventato per lui qualcosa di molto simile a un affido esclusivo alla madre. Ora pare che i suoi problemi si siano in qualche modo risolti, ma Antonio combatte lo stesso per l'effettività della norma in questione.

"Non voglio che ci sia una dicotomia tra padre e madre, per me sono le esigenze dei figli che devono essere posti in primo piano, non quelle dei genitori" sottolinea. Non si può certo dire che non abbia cercato di "dare una mossa" alle componenti istituzionali chiamate ad applicare la legge sull'affido condiviso. Anzi, la "mossa" se l'è data e continua a darla per primo da sè, dando vita - a supporto delle proprie rivendicazioni - a una serie di performance podistiche degne di un maratoneta professionista, utilizzando per l'occasione il significativo "nome d'arte" di Papi-Gump.[MORE]

Proprio sotto le vesti del "simil-supereroe" Papi Gump lo ho incrociato per le strade della Campania durante il tragitto della sua più recente performance Vasto-Roma. D'altro canto, non è difficile incrociare Borromeo sulle strade d'Italia e d'Europa. "Quest'anno ho consumato già una dozzina di scarpe da ginnastica", camminando", ci tiene a precisarmi.

Antonio nel 2013 ha infatti dato vita a due "Papi-Gump tour", che lo hanno fatto giungere dapprima a Strasburgo e poi a Roma. Eh, sì, perché Borromeo quando compie le proprie "marce" pacifiche lo fa come una marcia va per definizione fatta: ovvero, a piedi, sulla falsariga del marciatore pacifico per eccellenza, il mahatma Gandhi. Anzi, il paladino della bigenitorialità ci tiene a precisare "preferisco parlare di un cammino di pace, il termine marcia non mi convince del tutto".

Nonostante le inevitabili passate lotte giudiziarie con la madre di suo figlio, Borromeo non sembra portato per la conflittualità, come sovente avviene in casi simili al suo. "I bambini non vanno portati in tribunale, concependoli come proprietà personali", ci tiene infatti a puntualizzare. Qualche giorno dopo il mio incontro con Papi-Gump, mi ha colpito una foto da lui postata su facebook. Stavolta non era ritratto con il suo zainetto da quattordici chili sulle spalle a fargli da zavorra. Qualcosa di un certo peso,però, la sorreggeva anche stavolta. Ma si trattava di un peso che dal sorriso radioso di Papi-Gump appariva chiaro essere lieve e persino energetico. Al posto dei legacci dello zaino, infatti, le sue spalle apparivano cinte dalle braccia del suo adorato figlio undicenne, Giuseppe. [MORE]

testo e foto di Raffaele Basile