Estero
il PAPA a REBIBBIA: come le carceri diventano insopportabili per una vita
ROMA, 18 DICEMBRE 2011- Il Papa in questa ultima domenica di Avvento fa la sua omelia per “gli ultimi della società”. Non si tratta dei poveri questa volta, ma dei detenuti. In particolare, nell'incontro presieduto anche dal Capo Dipartimento Polizia Penitenziaria FRANCO IONTA e CARMELO CONTE, Direttore della medesima struttura) rivolgendosi ai 1700 carcerati di REBIBBIA (egli INFATTI OGGI ERA DI VISITA PRESSO LA CAPPELLA DEL CARCERE ROMANO), così dice: “I detenuti non scontino mai una doppia pena.. So che il sovraffollamento e il degrado delle carceri possono rendere ancora più amara la detenzione: mi sono giunte varie lettere di detenuti che lo sottolineano”. [MORE]La sopportazione che si logora, quando alla pena per il reato si aggiunge un’altra pena (non dovuta) del disagio esagerato per il luogo, rischia di compromettere una vita e violentarla, più del dovuto.
D’accordo, sembra, il la neoMinistro della Giustizia PAOLA SEVERINO. Un accento, da parte sua, va alla custodia cautelare in carcere che “dovrebbe rappresentare una misura veramente eccezionale, non l’ordinaria”. Se il diritto penale italiano mira alla rieducazione del condannato è ovvio che le condizioni per rieducarlo non debbono poter essere quelle simili allo stato animale.
Dall’Agi poi apprendiamo che, dopo il Vescovo di Roma, è stato don Sandro Spriano a parlare con un apporto davvero significativo sull’evento: "La supplico Santo Padre perchè convinca i cristiani che formano il popolo di Dio fuori da queste mura a pregare per chi è in prigione". Per il sacerdote, quelli che si trovano in carcere "hanno compiuto azioni orrende e provocato tragedie spesso insanabili, ma restano Figli di Dio, bisognosi di consolazione e di amore, e sperano di essere considerati e chiamati nostri fratelli e nostre sorelle". "A nome mio e di tutti i detenuti - ha continuato il sacerdote - chiedo perdono per le nostre colpe e per le sofferenze inflitte agli altri, vorremmo poter ricomporre le rotture, le separazioni che abbiamo provocato. Ma non vogliamo pero' essere sempre identificati con le nostre azioni sbagliate, chiediamo di poter tornare nella societa' senza il marchio di 'mostri del male'’.
Don Franco è il Cappellano del Carcere di Rebibbia insieme a don Roberto Guarnieri e, come il ministro, ha accolto un altro aspetto fondamentale: che non si possa credere di riparare alcunché con la legge del taglione ma solo con una pena dura “fino ad un certo punto”. Come ben messo in risalto da Mario Ponzi dell'Osservatorio Romano, è bene notare anche questo :
"Per una felice coincidenza, infatti, il cosiddetto "decreto svuota carceri" è stato discusso e approvato dal Governo italiano venerdì sera, a meno di quarantott'ore dalla visita. Una pura coincidenza - anche se un'acceleratina all'iter per l'approvazione del provvedimento l'annuncio dell'arrivo del Papa potrebbe averla effettivamente data - ma resta il fatto che tra i detenuti a Rebibbia l'euforia è salita di livello."
Anna Ingravallo
La foto, con un Papa euforico, è di fonte www.loccidentale.it