Chiesa e Società
Papa Francesco: "Viviamo la Terza guerra mondiale. Lecito fermare l'aggressore ma senza bombe"
ROMA, 18 AGOSTO 2014 - “Siamo entrati nella Terza guerra mondiale, solo che si combatte a pezzetti, a capitoli”. Papa Francesco usa parole dirette parlando con i giornalisti sui temi caldi dei nostri giorni, durante il volo di rientro dalla Corea del Sud. Il Pontefice denuncia “il livello di crudeltà spaventoso” di cui spesso sono vittime civili inermi, donne e bambini.[MORE]
L'aggressore ingiusto
Il Papa è molto scosso dagli avvenimenti e dai sanguinosi combattimenti delle ultime settimane nel mondo, soprattutto in Siria e Iraq, e dichiara di "essere pronto a recarsi nel Kurdistan" iracheno per pregare e alleviare la sofferenza delle popolazioni colpite dalla guerra.
“I mezzi con i quali fermare l'aggressore ingiusto - sostiene il Papa - dovranno essere valutati”. Bergoglio invita ad avere memoria: “Quante volte con questa scusa di fermare l'aggressore le potenze hanno fatto una vera guerra di conquista. Una sola nazione non può giudicare come si ferma un aggressore".
La crisi tra Israele e Hamas
Riguardo alla tra Israele e Palestina, Francesco ribadisce che "quella preghiera con Shimon Peres e Abu Mazen non è assolutamente stata un fallimento. L'iniziativa – dice il Papa ai giornalisti - non è uscita da me, ma dai due presidenti: loro mi hanno fatto arrivare questa inquietudine. Questi due uomini sono credenti, sono convinti". "Volevamo", rivela Francesco, "che l'incontro per pregare si realizzasse già durante la mia visita in Terra Santa ma non si trovava il posto giusto: il costo politico di andare dall'altro sarebbe stato troppo alto per ciascuno dei leader, e anche in nunziatura non era facile. Il presidente palestinese avrebbe dovuto attraversare Israele. Così abbiamo deciso di incontrarci tutti in Vaticano, invitando anche Bartolomeo, il patriarca ecumenico. Certo poi è arrivato quel che è arrivato. L'incontro di preghiera è stato un passo fondamentale perché si è aperta una porta. Il fumo delle bombe ora non lascia vedere la porta aperta. Ma io credo in Dio e credo che quella porta è stata aperta".
Francesco e il suo futuro
Il Papa parla ai giornalisti anche del suo futuro accennando a possibili dimissioni, qualora se ne presentasse la necessità: “Papa Benedetto ha aperto una porta che è istituzionale, non eccezionale. Settant'anni fa i vescovi emeriti erano una novità, oggi sono una istituzione, il papa emerito penso che sia già una istituzione perchè la nostra vita si allunga e a una certa età non c'è la capacita di governare bene, la salute è anche buona, ma non la capacità di portare avanti il governo della Chiesa”.
Arrivato allo scalo romano di Ciampino Francesco, a bordo della sua Ford Focus, si è diretto a Santa Maria Maggiore, portando un mazzolino di fiori che gli è stato donato da una bambina coreana, prima della sua partenza da Seoul.
Alessandro Filippelli