Papa Francesco spiega l'importanza della Confessione e rivolge un pensiero all'Ucraina
Estero Piemonte

Papa Francesco spiega l'importanza della Confessione e rivolge un pensiero all'Ucraina

mercoledì 19 febbraio, 2014

CITTA' DEL VATICANO, 19 FEBBRAIO 2014 - Papa Francesco, rivolgendosi ai 30.000 fedeli presenti in Piazza San Pietro, ha spiegato l'importanza della Confessione, sottolineando che anche la vergogna può essere sfruttata in modo positivo. Inoltre, ha rivolto un pensiero all'Ucraina, sull'orlo della guerra civile.

«Anche la vergogna è buona. E' salutare avere un po' di vergogna, perché vergognarsi è salutare. Quando una persona non ha vergogna nel mio paese diciamo che è un sin vergenza, un senza vergogna, ma la vergogna fa bene perché ci fa più umili. Vorrei domandarvi, ma non ditelo a voce alta, ognuno risponda nel suo cuore, "Quando è stata l'ultima volta che ti sei confessato? Due giorni? Due settimane? Due anni? Venti anni? Quaranta anni?" Ognuno faccia il conto. Ognuno si dica, quando è stata l'ultima volta che mi sono confessato, e se è passato tanto tempo, non perdete un giorno».[MORE]

«Durante l'udienza generale odierna, il Pontefice ha aggiunto: Gesù è più buono dei preti: ti riceve con tanto amore. Sii coraggioso e avanti con la confessione. La riconciliazione è sacramento di guarigione. Quando io vado a confessarmi è per guarire l'anima o il cuore, di qualcosa che ho fatto che non sta bene. Il sacerdote riceve con amore e tenerezza questa confessione, e in nome di Dio perdona».

Papa Francesco ha dunque citato la parabola del "Figliol Prodigo": «Ricordiamo la bella parabola del figlio che se ne andata da casa sua con l'eredità e ha sprecato tutti soldi, poi quando non aveva più niente si è deciso a tornare a casa come servo. Tanta colpa e tanta vergogna aveva nel suo cuore, ma, sorpresa, quando inizia a parlare il padre lo abbraccia e fa festa. Io vi dico: ogni volta che ci confessiamo, Dio ci abbraccia, e fa festa, andiamo avanti su questa strada».

E' stato poi specificato che la confessione "da soli" non ha lo stesso significato: «Uno può dire "Io mi confesso soltanto con Dio". Sì, puoi dire: "Dio perdonami" e dire i propri peccati, ma i nostri peccati sono anche contro i fratelli, contro la Chiesa, per questo è necessario chiedere perdono alla Chiesa e ai fratelli nella persona del sacerdote. All'inizio la confessione si faceva pubblicamente, si è passati poi dalla forma pubblica a quella personale, risevata. Spesso, quando andiamo a confessarci abbiamo un peso nell'anima, un po' di tristezza. Ma poi quando sentiamo il perdono di Gesù siamo in pace, con quella pace tanto bella che soltanto Gesù può dare.  Anche dal punto di vista umano, per sfogarsi è buono parlare col fratello e dire al sacerdote queste cose che sono tanto pesanti nel mio cuore, e Dio sente che ci si sfoga davanti alla Chiesa. Non bisogna avere paura della confessione, uno quando è nella coda per confessarsi sente tutte queste cose, questa pesantezza, anche la vergogna, ma quando ha finito esce bello bianco perdonato, felice, e questo è il bello della confessione».

Infine, Papa Francesco ha rivolto il suo pensiero all'Ucraina: «Con l'animo preoccupato seguo quanto in questi giorni sta accadendo a Kiev. Assicuro la mia vicinanza al popolo ucraino e prego per le vittime delle violenze, per i loro familiari e per i feriti. Invito tutte le parti a cessare ogni azione violenta e a cercare la concordia e la pace del Paese».

(Immagine da huffingtonpost.it)

Alessia Malachiti


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