Cronaca

Papa Francesco santifica i Martiri di Otranto, una donna colombiana ed una suora messicana

ROMA, 12 MAGGIO 2013 - Era il 1480 quando i Turchi assediarono il Salento ed agli uomini di Otranto dai quindici anni in su venne promessa la salvezza qualora si fossero convertiti all'Islam. Il cittadino Antonio Primaldo si rifiutò per primo di rinnegare il Cristianesimo, pur sapendo che sarebbe andato incontro alla morte. La sua scelta venne seguita da altri ottocento uomini, i quali non cedettero al ricatto dei Turchi, andando così incontro al proprio martirio: vennero infatti decapitati tutti sul colle della Minerva.

Nell'anno 1771, Papa Clemente XIV riconobbe la devozione del popolo nei confronti dei coraggiosi salentini, attribuendo loro la nomina di "Protettori di Otranto". Nel 2007, Papa Benedetto XVI ha acconsentito alla riapertura del processo di canonizzazione, prendendo in considerazione il miracolo avvenuto a Francesca Levote nel 1980, che faceva parte delle Sorelle Poverelle di Santa Chiara. La suora era affetta da un grave tumore, ma dopo un pellegrinaggio ad Otranto guarì con grande stupore dei medici.

Con il riconoscimento del miracolo e del martirio dei salentini, si è resa possibile, quest'oggi, la santificazione. A distanza di cinquecentotrentatre anni, Papa Francesco ha proclamato Santo Antonio Primaldo e gli altri ottocento cittadini di Otranto che vennero uccisi per non aver rinnegato il Cristianesimo.[MORE]

Nella giornata odierna sono state santificate anche una donna colombiana (a prima Santa proveniente dalla Colombia) ed una suora messicana. Papa Francesco ha colto l'occasione, durante la cerimonia, per spiegare: «I martiri di Otranto che si rifiutarono di rinnegare la propria fede e morirono professando il Dio risorto, dove trovarono la forza per rimanere fedeli? Proprio nella fede, che fa vedere oltre i limiti del nostro sguardo umano, oltre il confine della vita terrena, fa contemplare i "cieli aperti", come dice Santo Stefano, e il Cristo vivo, alla destra del Padre».

«Cari amici, conserviamo la fede che abbiamo ricevuto e che è il nostro vero tesoro, rinnoviamo la nostra fedeltà al Signore anche di fronte a ostacoli e incomprensioni: Dio non ci farà mai mancare la forza e la serenità. I martiri di Otranto aiutino il caro popolo italiano a guardare con speranza al futuro, confidando nella vicinanza di Dio che mai abbandona, anche nei momenti difficili».

Durante l'omelia, il Pontefice ha poi rivolto un pensiero nei confronti di coloro i quali subìscono violenza: «Chiediamo a Dio di sostenere tanti cristiani che, proprio in questi tempi e in tante parti del mondo, ancora soffrono violenze, e dia loro il coraggio della fedeltà e di rispondere al male con il bene». Prima di salutare i Cardinali presenti, la folla di persone, benedire ed abbracciare bambini e disabili, Papa Francesco ha parlato della difesa degli embrioni fin dal primo istante di vita, ricordando le iniziative dedicate a sensibilizzare le persone riguardo al rispetto della vita.

(Foto da reporterweb.it)

Alessia Malachiti