Cronaca

Papa Francesco, in dialogo con gli studenti Gesuiti: «è un dovere lavorare per il bene comune»

ROMA, 7 GIUGNO 2013 - Durante l’udienza speciale di questa mattina, nell’aula Paolo VI, Papa Francesco ha ricevuto gli studenti e gli educatori degli Istituti scolastici dei Gesuiti. Un incontro del tutto inedito con un Pontefice che è andato oltre ogni prefissato cliché e, dopo aver iniziato a leggere il suo discorso, ha preferito instaurare un vero e proprio dialogo con i ragazzi presenti accogliendo di buon grado le loro domande, perfino le più “scomode”.[MORE]

Come quella di Caterina De Marchi, alunna dell’istituto Leone XIII di Milano, che chiede come mai sua Santità ha deciso di rinunciare all’Appartamento apostolico e all’auto di lusso. Ed il Santo Padre non ha di certo esitato nel rispondere: «non è soltanto una questione di ricchezza, per me è un problema di personalità, io ho la necessità di vivere fra la gente, se io vivessi solo, forse un po’ isolato, non mi farebbe bene. Questa domanda – spiega Papa Francesco – me l’ha fatta anche un professore, ma perché lei non va ad abitare là? Ma mi senta professore, gli ho risposto, per motivi psichiatrici, perché è la mia personalità. L’appartamento non è tanto lussuoso ma non posso vivere da solo e poi credo che i tempi ci parlano di tanta povertà nel mondo e questo è uno scandalo in un mondo in cui abbiamo tante ricchezze e risorse e in cui diamo da mangiare a tutti. La povertà – continua – oggi è un grido, dobbiamo tutti diventare un po’ più poveri per assomigliare meglio a Gesù che era il maestro povero».

Ma la vera sorpresa Papa Francesco l’ha riservata nel rispondere ad un’altra domanda: ma lei voleva diventare Papa? Ecco come ha risposto: «se una persona non vuole tanto bene a se stesso, Dio non lo benedice. E uno che vuole bene a se stesso non vuole fare il Papa. Per questo io non ho voluto fare il Papa».

Poi le parole del pontefice si sono soffermate sull’indispensabile ed importante impegno politico che il cattolico deve ricoprire quotidianamente all’interno della società: «noi cristiani non possiamo giocare la parte di Pilato, lavarci le mani, non possiamo, dobbiamo mischiarci nella politica perché la politica è una delle forme più alte di carità perché cerca il bene comune: i laici cristiani devono lavorare in politica». Un dovere da portare avanti, spiega sempre il Papa, anche se «la politica è diventata sporca, ma è facile dire: “la colpa è di quello”. Un dovere per un cristiano è lavorare per il bene comune. L’attività politica è una delle strade per collaborare».

Una strada senza dubbio impervia che per essere affrontata non può prescindere da un forte senso di libertà. Ed è per tale ragione che papa Francesco ha esortato con forza: «siate persone libere! Forse si pensa che la libertà sia fare tutto ciò che si vuole oppure avventurarsi in esperienze limite per provare l’ebbrezza e vincere la noia. Ma questa non è libertà. Libertà – ha spiegato il Papa – vuol dire saper riflettere su quello che facciamo, saper valutare ciò che è bene da ciò che è male, quali sono i comportamenti che fanno crescere. Libertà vuol dire scegliere sempre il bene: noi siamo liberi per il bene. Non abbiate paura di andare contro corrente – ha aggiunto – anche se non è facile. Essere liberi per scegliere sempre il bene è impegnativo ma vi renderà persone che hanno la spina dorsale, che sanno affrontare la vita, persone con coraggio e pazienza».

(Immagine da tg24.sky.it)

Giovanni Maria Elia