Estero
Papa Francesco e le riforme: via il cardinale conservatore Burke
CITTÁ DEL VATICANO, 9 NOVEMBRE 2014 - Le riforme si fanno con le idee ma passano per le mani e le teste degli uomini. Un concetto, questo, che se è valido per qualunque governo lo è forse ancor di piú per la chiesa cattolica.
Papa Francesco lo sa talmente bene da aver rimosso dalla guida del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica, dicastero della Curia romana e organo giurisdizionale della Santa Sede, il cardinale statunitense Raymond Burke.
Una scelta che non desta sorpresa nei palazzi vaticani, ma che indica in maniera chiara e decisa qual è il percorso di apertura intrapreso e voluto dal Pontefice sul tema divorziati e omosessauli. A differenza, invece, del cardinale Burke che è noto per le sue posizioni assolutamente conservatrici su tali questioni dottrinali. Una divergenza di visioni e obiettivi che si era palesata in maniera cristallina durante il Sinodo di ottobre, al termine del quale il cardinale Burke aveva addirittura parlato di una «Chiesa senza timone», criticando ovviamente le intenzioni di Papa Francesco. Ebbene, la virata è arrivata ed ha investito senza dubbio il cardinale statunitense che per l´occasione è stato nominato patrono all´ordine dei Cavalieri di Malta. Una nomina da cerimonia dal sapore consolatorio.[MORE]
Adesso il nuovo "ministro degli esteri" vaticano sará Paul Richard Gallagher, 60 anni, britannico e da un anno e mezzo nunzio in Australia. Riconosciuto come uomo di esperienza, distante da varie cordate di pensiero, e che conosce da vicino le dinamiche diplomatiche vaticane, monsignor Gallagher è sicuramente interprete di quel «percorso pastorale nuovo», come lo ha definito ieri il segretario del Sinodo, Lorenzo Baldisseri, voluto adesso da Papa Bergoglio.
(Immagine da informarexresistere.fr)
Giovanni Maria Elia