Chiesa e Società
Papa Francesco chiede scusa per i commenti sui seminaristi gay: "Non volevo offendere"
"Nella Chiesa c'è posto per tutti", afferma il Pontefice. Ma le polemiche non si placano e continuano le discussioni sulla questione dell'inclusività.
CITTÀ DEL VATICANO, 29 MAG - Papa Francesco, al centro di una bufera mediatica per una frase controversa sui seminaristi gay, ha offerto le sue scuse ieri, cercando di placare le acque in tempesta. Il termine "frociaggine", attribuito al Pontefice durante un incontro a porte chiuse con i vescovi italiani il 20 maggio, ha scatenato una reazione globale. Tuttavia, nonostante i suoi sforzi per chiarire e riconciliarsi, il dibattito non accenna a placarsi.
Il direttore della sala stampa vaticana, Matteo Bruni, ha rilasciato una dichiarazione nel pomeriggio di ieri, chiarendo la posizione del Papa: "Papa Francesco è al corrente degli articoli usciti di recente circa una conversazione, a porte chiuse, con i vescovi della Cei. Come ha avuto modo di affermare in più occasioni 'Nella Chiesa c'è spazio per tutti, per tutti! Nessuno è inutile, nessuno è superfluo, c'è spazio per tutti. Così come siamo, tutti'. Il Papa non ha mai inteso offendere o esprimersi in termini omofobi, e rivolge le sue scuse a coloro che si sono sentiti offesi per l'uso di un termine, riferito da altri".
La precisazione ha lasciato spazio a un interrogativo: il termine offensivo è stato davvero pronunciato dal Papa o riferito da altri? Questa incertezza contrasta con le testimonianze anonime di più vescovi presenti, i quali sostengono che il termine incriminato sia stato effettivamente usato dal Pontefice nell'incontro. Alcuni osservatori suggeriscono che papa Bergoglio, la cui lingua madre non è l'italiano, potrebbe non essere stato pienamente consapevole della volgarità del termine. Tuttavia, è noto che il Papa argentino utilizza spesso un linguaggio diretto e incisivo, capace di colpire nel segno.
Negli anni, Francesco non ha evitato di usare espressioni forti per denunciare problemi all'interno della Chiesa. Dalla corruzione che "spuzza" al "chiacchiericcio" definito "peggio del Covid", le sue parole sono sempre state chiare e penetranti. Tuttavia, in questa occasione, la sua intenzione era di esprimere una forte opposizione alle proposte che permetterebbero l'ingresso di omosessuali nei seminari, anche se disposti a rispettare il celibato. Francesco teme che tale situazione possa portare a una doppia vita, dannosa per la comunità e per l'individuo stesso, richiedendo quindi una selezione più rigorosa e una formazione più attenta.
Nel frattempo, il documento "Con tutto il cuore", redatto da circa 50 sacerdoti con orientamento omosessuale e inviato alla Cei e alla Segreteria del Sinodo, torna di grande attualità. Questo testo chiede una maggiore chiarezza e apertura sulla questione dell'orientamento sessuale, sottolineando che una visione più inclusiva e scientificamente fondata porterebbe a una Chiesa più serena e unita. "Crediamo che una visione più limpida sull'orientamento sessuale, scientificamente fondata e spiritualmente in ascolto delle chiamate di Dio, possa portare maggiore serenità alla Chiesa", scrivono i promotori del documento.
La controversia attorno alle parole del Papa evidenzia la complessità della questione dell'inclusività nella Chiesa cattolica. Mentre Papa Francesco ha sempre sostenuto una Chiesa aperta e accogliente per tutti, i recenti eventi mostrano quanto sia delicato e sfidante bilanciare tradizione e modernità. Le scuse del Papa rappresentano un passo importante verso la riconciliazione, ma il cammino verso una comprensione e un'accettazione completa degli omosessuali all'interno della Chiesa è ancora lungo e tortuoso. (Ansa)