Papa Francesco: «Amore per i poveri è nel Vangelo, non è comunismo»
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ROMA, 11 GENNAIO 2015 - Povertà, immigrazione, giustizia sociale e salvaguardia del creato. Questi i temi principali del magistero sociale di Papa Francesco che sono stati raccolti ed analizzati all’interno del libro “Papa Francesco. Questa economia uccide”. Un volume edito da Piemme, scritto da Andrea Tornielli, coordinatore di “Vatican Insider”, e Giacomo Galeazzi, vaticanista de “La Stampa”, che uscirà martedì 13 gennaio.
Oggi, il quotidiano “La Stampa”, ha dato ampia anticipazione della conversazione tenuta con Papa Bergoglio. Un pontefice che fin dalla scelta del suo nome pastorale, per l’appunto “Francesco”, ha subito lasciato intendere come il suo magistero si sarebbe concentrato sul tema della povertà. Una povertà che è aumentata assieme alla disparità e che, come afferma il pontefice nell’intervista, è figlia di una «cultura dello scarto». «Quando al centro del sistema non c’è più l’uomo ma il denaro, quando il denaro diventa un idolo, gli uomini e le donne sono ridotti a semplici strumenti di un sistema sociale ed economico caratterizzato, anzi dominato da profondi squilibri».
Ed è proprio tale «cultura dello scarto» a condurre, secondo Papa Francesco, ad altre questioni che da sempre stanno a cuore alla chiesa cattolica: l’aborto e l’eutanasia. «La cultura dello scarto porta a rifiutare i bambini anche con l’aborto. Mi colpiscono i tassi di natalità così bassi qui in Italia: così si perde il legame con il futuro. Come pure la cultura dello scarto porta all’eutanasia nascosta degli anziani, che vengono abbandonati». Delineate condizioni, cause e conseguenze, ecco qual è l’obiettivo indicato dal pontefice: «Dobbiamo fermarci in tempo […], non rassegniamoci. Cerchiamo di costruire una società e un’economia dove l’uomo e il suo bene, e non il denaro, siano al centro».
Società ed economia, dunque, devono camminare costruttivamente di pari passo, ma non possono prescindere dalla politica: «è bene ricordare – precisa papa Francesco – che c’è bisogno di etica nell’economia, e c’è bisogno di etica anche nella politica. C’è bisogno di uomini e donne – continua – che si impegnino, ad ogni livello, nella società, nella politica, nelle istituzioni e nell’economia, mettendo al centro il bene comune. Servono programmi, meccanismi e processi orientati a una migliore distribuzione delle risorse, alla creazione di lavoro, alla promozione integrale di chi è escluso».
Più volte Papa Francesco è stato etichettato come “comunista” o “pauperista”, su precisa domanda il pontefice ha così risposto: « Gesù afferma che non si possono servire due padroni, Dio e la ricchezza. È pauperismo? Gesù ci dice qual è il “protocollo” sulla base del quale noi saremo giudicati, è quello che leggiamo nel capitolo 25 del Vangelo di Matteo: ho avuto fame, ho avuto sete, sono stato in carcere, ero malato, ero nudo e mi avete aiutato, vestito, visitato, vi siete presi cura di me. Ogni volta che facciamo questo a un nostro fratello, lo facciamo a Gesù. Avere cura del nostro prossimo: di chi è povero, di chi soffre nel corpo nello spirito, di chi è nel bisogno. Questa è la pietra di paragone. È pauperismo? No, è Vangelo».[MORE]
Ed in riferimento al comunismo: «L'attenzione per i poveri è nel Vangelo, ed è nella tradizione della Chiesa, non è un’invenzione del comunismo e non bisogna ideologizzarla, come alcune volte è accaduto nel corso della storia. La Chiesa quando invita a vincere quella che ho chiamato la “globalizzazione dell’indifferenza” è lontana da qualunque interesse politico e da qualunque ideologia: mossa unicamente dalle parole di Gesù vuole offrire il suo contributo alla costruzione di un mondo dove ci si custodisca l’un l’altro e ci si prenda cura l’uno dell’altro».
(Immagine da ilfattoquotidiano.it)
Giovanni Maria Elia