Chiesa e Società

Papa: Emirati in fibrillazione per "storica" visita di Francesco

ABU DHABI, 2 FEBBRAIO - Gli Emirati Arabi Uniti in fibrillazione, si preparano ad accogliere papa Francesco, che compie una storica visita di tre giorni (da domani al 5 febbraio), prima volta di un Pontefice nella penisola arabica. Dei quasi 9,5 milioni di abitanti negli Emirati Arabi Uniti (dati 2017), quasi un milione sono cattolici, la maggior parte dei quali provenienti da Filippine e India, ma anche da altre minoranze cristiane di Paesi come il Libano e l'Egitto. Per costoro sara' un'occasione unica per vedere il Pontefice anche se solo circa 135 mila persone potranno assistere alla Messa officiata il 5 febbraio allo stadio Zayed, un complesso polifunzionale mai 'testato' per un evento cosi' massiccio. I fedeli saranno trasportati sul posto grazie a oltre 2.000 autobus messi a disposizione gratis e potranno godere di una giornata di riposo dal lavoro, come assicurato dal governo.

Le autorita' del Paese arabo (sette emirati, la cui capitale e' Abu Dhabi) considerano la visita "storica" e la presentano come un un segno della tolleranza degli Emirati Arabi Uniti, dove convivono oltre 200 nazionalita' diverse e gli stranieri rappresentano la grande maggioranza degli abitanti. La visita coincide con l''Anno della Tolleranza', come e' stato battezzato il 2019, e il Pontefice e' stato invitato a partecipare al "Meeting della fratellanza umana" con il grande imam di Al Azhar, Sheik Ahmed al Tayeb, la principale istituzione dell'Islam sunnita in Medio Oriente. Francesco atterrera' ad Abu Dhabi in serata e verra' ricevuto domani a mezzogiorno al palazzo presidenziale dal principe ereditario dell'emirato, Mohamed bin Zayed Al Nahyan; nel pomeriggio andra' alla Grande Moschea di Sheikh Zayed, dove a porte chiuse incontrera' i leader musulmani. Martedi' visitera' la Cattedrale di San Jose, dove si trova il Vicariato apostolico dell'Arabia meridionale, che ha stabilito la sua sede ad Abu Dhabi nel 1974 (quando c'era ancora un unico Vicariato per l'intera penisola arabica, diviso 

nel 2011 tra il sud -Emirati Arabi, Oman e Yemen- e nord -Arabia Saudita, Kuwait, Bahrein e Qatar).  La prima Chiesa cattolica negli Emirati Arabi Uniti risale al 1965 e attualmente ci sono nove templi, dove si celebrano messe in piu' lingue (italiano, inglese, francese, spagnolo, coreano, Urdu, malese), frequentate da fedeli di decine di nazionalita' diverse. Negli Emirati ci sono anche nove scuole cattoliche, dove studiano circa 8.500 studenti, sotto l'autorizzazione e supervisione del governo. I numerosi luoghi di culto e le chiese non possono esporre croci o campanili.

Secondo l'ultimo rapporto sulla liberta' religiosa nel Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, i non-musulmani possono praticare la loro fede negli Emirati Arabi Uniti apertamente, anche se ci sono alcune restrizioni sull'organizzazione della loro attivita'; e i nuovi centri religiosi o templi devono ottenere l'autorizzazione del governo (nel caso della crescente comunita' cristiana sono peraltro considerati insufficienti). "C'e' un alto grado di accettazione e tolleranza nella societa' rispetto ai diversi credo religiosi", si legge nel rapporto del 2017. Tuttavia, Amnesty International denuncia la mancanza di liberta' di espressione: ha chiesto al Papa di discutere la questione con i suoi ospiti e chiedere la liberazione dei difensori dei diritti umani in prigione. Le autorita' emiratine "cercano di presentare la visita del Papa come una testimonianza del loro rispetto la diversita'", osserva l'ong che ricorda pero' che "ci vorra' ben piu' che un incontro simbolico per smascherare la situazione orribile dei diritti umani".  

"Dio vuole salvare tutti e loro vogliono i miracoli e un Messia a proprio vantaggio". Papa Francesco ha commentato cosi' il conflitto tra Gesu' e i suoi concittadini di Nazareth che delusi tentarono di farlo cadere da una rupe; "i cittadini di Nazaret si ribellano, e addirittura assumono un atteggiamento aggressivo, che degenera". Cosi' "il ministero pubblico di Gesu' comincia con un rifiuto e con una minaccia di morte" ma Gesu', ha ricordato il Papa, "sa bene che deve affrontare la fatica, il rifiuto, la persecuzione e la sconfitta. Un prezzo che, ieri come oggi, la profezia autentica e' chiamata a pagare. Il duro rifiuto, pero', non scoraggia Gesu', ne' arresta il cammino e la fecondita' della sua azione profetica. Egli va avanti per la sua strada". "Anche oggi - ha scandito il Papa - il mondo ha bisogno di vedere nei discepoli del Signore dei profeti, cioe' delle persone coraggiose e perseveranti nel rispondere alla vocazione cristiana. Persone che seguono la 'spinta' dello Spirito Santo, che le manda ad annunciare speranza e salvezza ai poveri e agli esclusi; persone che seguono la logica della fede e non del miracolismo; persone dedicate al servizio di tutti, senza privilegi ed esclusioni. In poche parole: persone che si aprono ad accogliere in se' stesse la volonta' del Padre e si impegnano a testimoniarla fedelmente agli altri". "Preghiamo Maria Santissima - ha poi concluso Francesco - perche' possiamo crescere e camminare nello stesso ardore apostolico per il Regno di Dio che animo' la missione di Gesu'".