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Paola Regeni: sciopero della fame per l'attivista arrestata Amal Fathy

ROMA, 14 MAGGIO – Continua il caso Regeni, con la madre Paola che da anni cerca di scoprire la verità sulla morte del figlio Giulio. “Liberate Amal. E fin quando non lo farete, digiunerò per lei”. Paola Regeni interviene dopo l’arresto al Cairo avvenuto venerdì di Amal Fathy, moglie di Mohamed Lofty, il consulente legale in Egitto della famiglia Regeni e direttore esecutivo della Commissione egiziana per i diritti e la libertà. Da questa mattina, dunque, Paola Regeni e Alessandra Ballerini, l’avvocato di famiglia, a staffetta, attueranno lo sciopero della fame per chiedere che la donna venga rilasciata immediatamente.

“Nessuno deve più pagare per la nostra legittima richiesta di verità sulla scomparsa, le torture e l'uccisione di Giulio", ribadisce la madre, facendo un appello: "Vi chiediamo di digiunare con noi, fino a quando Amal non sarà finalmente libera. Noi siamo la loro speranza". L’arresto è avvenuto in seguito a un post su Facebook di Amal Fathy sul sistema egiziano, interpretato dalla Sicurezza locale come possibile appoggio al terrorismo. L’incarcerazione della donna ha portato Paola Regeni a pensare che "Se questo accade vuol dire che siamo molto vicini alla verità".[MORE]

La preoccupazione che trapela in queste ore è fondata dal momento che in Egitto l’accusa di terrorismo può portare all’ergastolo e alla pena di morte, tanto che domani il sostituto procuratore di Roma Sergio Colaiocco, che segue il caso dall’inizio, volerà in Egitto. La Procura Generale del Cairo intanto ha deciso di approfondire le indagini sui nove funzionari della National Security che, secondo la ricostruzione della procura di Roma, hanno avuto un ruolo sicuramente nel sequestro di Giulio e nei depistaggi avvenuti dopo il suo assassinio. E proprio la National Security ha fatto irruzione a casa di Lofty.

Federico De Simone

Fonte immagine: rifondazione.it