Cronaca

Panico attentato a Malpensa, ma si tratta solo del gesto di un folle

MILANO, 22 FEBBRAIO - Ore 11.06 di lunedì mattina, aeroporto di Malpensa: un Suv sfonda le vetrate scorrevoli dell’ingresso al Terminal 1, rimanendo poi incastrato fra paletti di cemento. Dall’auto esce un uomo armato di coltello, che si scaglia inizialmente contro un addetto ai bagagli, Domenico Buonpane, e poi contro un agente giunto in suo soccorso, ma a questo punto il collega del poliziotto spara all’aggressore ferendolo lievemente ad un piede e costringendolo a terra.

 Tutto si svolge in pochi minuti dunque, eppure sufficienti a scatenare il caos: la gente è terrorizzata dall’idea che possa trattarsi di un attentato, tanto da lasciare incustodite le proprie valigie durante la fuga. Il Terminal 1 rimane chiuso per circa un’ora, causando ritardi nei voli in partenza (nessun danno procurato invece ai voli in arrivo).[MORE]

La matrice terroristica del gesto viene però presto scartata: infatti, la perquisizione del fuoristrada (risultato rubato) non rivela tracce di esplosivi.

Più plausibile l’ipotesi di un raptus improvviso dell’uomo, Ganouni Sadallah Ben Abdel, quarantaduenne tunisino. Durante l’accaduto, in auto con lui si trovava tutta la sua famiglia, ossia la moglie italiana e i tre figli piccoli, che dopo lo spavento inziale hanno cercato di proteggerlo in seguito al primo sparo che l’ha raggiunto al piede.

I tentativi di ricostruire un movente sono stati finora sviliti dallo stato confusionale della coppia al momento del fatto: molti testimoni hanno infatti dichiarato che sia l’uomo che la donna continuavano a ripetere frasi sconnesse in arabo e in italiano. Quanto meno bizzarra inoltre la scelta di rubare un auto, mentre la station wagon di famiglia rimaneva parcheggiata fuori l’appartamento dell’uomo. Addirittura inspiegabile poi l’opzione di recarsi all’aeroporto, tenendo in conto che le cinque persone erano tutte sprovviste di documenti e quindi impossibilitati a partire per una qualunque meta.

L’uomo, comunque, è stato prima accompagnato all’ospedale di Gallarate e poi è stato arrestato con l’accusa di danneggiamento pluriaggravato, resistenza a pubblico ufficiale e tentato omicidio. Mentre è stato completamente ripristinato il regolare funzionamento del terminal.

In sintesi, tanta tensione e poche certezze, ed intanto già è scoppiato l’ipocrito secondo tempo politico di una vicenda già di per sé molto confusa: immancabile la riflessione a posteriori sulla sicurezza dello scalo e su eventuali falle.