Estero
Panico al Cremlino: su Twitter spunta un falso Medvedev
Gli incidenti diplomatici, ai tempi di Internet, sbarcano su Twitter. E così, un utente anonimo ha messo in forte imbarazzo il Presidente russo Medvedev, che è diventato suo malgrado protagonista di un episodio che ha messo a dura prova la sua immagine di politico moderno, indipendente e a favore della libera comunicazione sulla rete.[MORE]
Qualcuno, infatti, si sarebbe infiltrato due giorni fa nel microblog di Twitter blog medvedev, e con immenso stupore dei politologi russi, avrebbe fatto apparire una scritta che suonava tanto come sponsorizzata ufficialmente dal Cremlino, che chiedeva un’opinione riguardo l’entrata in politica del miliardario Mikhail Prokhorov, e una sua eventuale nomina a premier.
Una bomba ad orologeria per i delicati equilibri della politica interna del Paese, presa dal panico e dall’eccitazione mentre oltre tremila utenti esprimevano pareri sull’onda dell’entusiasmo; Medvedev è stato, infatti, una vera e propria creatura di Putin, che di fronte all’impossibilità di presentarsi nel 2008 per la terza nomina presidenziale, aveva lasciato la carica all’allora sconosciuto professore di San Pietroburgo, riservandosi “semplicemente” il ruolo di premier.
Di fronte a un Medvedev che però è diventato sempre più popolare in questi anni, sembra sempre più remota l’ipotesi che l’attuale presidente sia pronto a farsi da parte alle prossime elezioni del 2012, e a lasciare spazio al suo mentore che sogna di tornare in auge. Ecco dunque, che la candidatura di un eventuale nuovo premier era sembrata ai media russi una mossa per togliere dalle scene Putin, e numerose agenzie di stampa avevano cominciato a sfornare titoloni riguardo la possibile mossa politica.
Solo un comunicato ufficiale del Cremlino è riuscito a smentire le voci; è stato confermato come il blog fosse un falso, che si era appropriato dell’identità del presidente (che usa in realtà altri account), e che per mesi aveva vegetato riportando solo lunghi discorsi ufficiali, tanto da sfuggire ai controlli governativi perché risultava totalmente innocuo.
Fino a ieri ovviamente, quando il microblog è stato chiuso in fretta e furia; e così, di fronte ai rimproveri di Medveded ai suoi collaboratori, sono emerse nuovamente le questioni non ancora risolte per quanto riguarda il rapporto tra il governo russo e la rete. La smania del Presidente per Twitter e Facebook non è mai stata vista di buon occhio, e in seguito all’incidente, le posizioni di chi si dice favorevole alla censura di Internet tornano di attualità.
Simona Peluso