Panettieri, sale l'attesa per il Presepe Vivente: parola allo scenografo Ferrari
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A pochi giorni, ormai, dal via, a Panettieri, in provincia di Cosenza, si continua a lavorare alacremente per allestire la mega struttura del Presepe Vivente che quest'anno festeggia il suo ventesimo anno dalla prima edizione.
A scolpire negli ultimi due anni questa straordinaria opera d'arte che trasforma letteralmente il piccolo paese dalla Presila cosentina in un enorme teatro a cielo aperto è Gabriele Ferrari, scenografo ufficiale della rappresentazione di questo Natale 2024. Ferrari, originario di Altilia (CS), è un noto artista calabrese, autore di tantissimi progetti a sfondo cristiano in diverse chiese del cosentino e, fra gli altri, dei progetti per i presepi realizzati nel Duomo di Cosenza in occasione degli 800 anni dalla realizzazione del presepe di Greccio.
Gli abbiamo posto alcune domande per saperne di più e dare qualche anticipazione alle migliaia di persone che attendono con ansia di poterlo visitare, anche se l'impresa è ardua visto il massimo riserbo che regna sovrano intorno ai cantieri in piena attività all'interno del piccolo borgo.
É il secondo anno che lavora come scenografo al Presepe Vivente. Quali sono le sue impressioni e come si sente ad essere coinvolto in un evento cult, uno dei più importanti della Calabria?
Gabriele Ferrari: Sicuramente il presepe vivente di Panettieri rappresenta il più grande evento, non solo della nostra regione, ma forse del sud Italia che porta in scena la nascita di Gesù. Per uno come me che vive di 'arte' avere la possibilità di condividere un messaggio di fratellanza e considerare il rapporto artistico aperto e fruibile a tutti, penso sia l'aspirazione massima di ogni artista, qualunque sia il mezzo artistico a disposizione.
Nel curare per il secondo anno le scenografie ho lavorato il più possibile a trasportare il fruitore in una realtà fuori dal contesto comune, una sorta di viaggio nel passato attraverso il portale del tempo. Sono veramente onorato di far parte di questa macchina d'arte, perché il mio è un tassello che insieme ad altri, come i tecnici delle scenografie, costumisti, elettricisti, attori e figuranti; contribuisce alla riuscita della rappresentazione restituendo allo spettatore emozioni che toccano l'animo nel più profondo.
Questa è un'edizione speciale che celebra i vent'anni di vita della manifestazione. Si è pensato ad una tematica particolare per l'occasione o si è seguita l'attualità?
Gabriele Ferrari: Siamo giunti alla ventesima edizione, e per il contenuto si è pensato di dare uno sguardo a tematiche sociali contemporanee mantenendo però la matrice culturale del luogo. L'anno Giubilare diventa occasione da replicare nell'argomento scelto. Così il focus sarà il Presepe dove gente di ogni 'colore', nazionalità e cultura, è invitata a spingersi dai quattro angoli della Terra e muoversi in rotta verso il futuro, gli altri, il mondo.
'Siamo Pellegrini di Speranza' perché portiamo con noi le paure del prossimo, nel desiderio di condividerle e farle nostre, così, in maniera concreta, si è cercato di sottolineare vari punti in tutto l'allestimento scenografico, in particolare: l'impegno verso gli ultimi, ascolto del grido dei poveri; la cura e custodia del creato, tutela dell'ambiente e la fraternità universale, cioè la solidarietà. Il tutto immerso in un contesto storico che ricordi il tempo alla nascita di Gesù.
Gabriele Ferrari: A sostenere tutto ciò sarà IL PANE il filo conduttore intorno al quale si svilupperanno i vari temi trattati. Il pane porta con sé memorie, valori simbolici, tradizioni che vanno oltre al semplice sfamare il corpo: il pane sfama anche lo spirito. È questa la sua peculiarità: essere al tempo stesso cibo e segno. Il pellegrino, cioè lo spettatore troverà 'Il pane dal cielo' alla fine del percorso nella capanna, a sottolineare il senso di provvisorietà della vita terrena.
É cambiata la regia dell'evento e anche gli sceneggiatori. Siete riusciti ad entrare in sintonia con i nuovi arrivati?
Gabriele Ferrari: L'obiettivo è quello di alzare sempre l'asticella della qualità, non sono importanti i singoli, ma chi è capace di dare un contributo migliorativo alla rappresentazione, creando squadra nel perseguire l'obiettivo finale e cioè 'il presepe vivente di Panettieri' che è diventato un evento così importante da non potersi adagiare in situazioni di comfort zone. Chi fa parte di questo progetto sente subito il peso dell'evento e tutti contribuiscono alla buona riuscita.
Può svelare qualcosa della nuova edizione?
Gabriele Ferrari: I numeri dello scorso anno confermano l'importanza e le aspettative del pubblico, tante sono le novità di quest'anno: nuovo percorso, nuovi allestimenti, nuove postazioni e angoli di paese ad oggi ancora non fruiti; un arricchimento della percezione sensoriale anche attraverso la tecnologia. Insomma - conclude lo scenografo - non posso svelare altro, ma invito a venire a Panettieri e calarsi in questa nuova esperienza percettiva… non rimarrete delusi!