Cultura e Spettacolo

Palinsesto televisivo: gli ascolti bocciano Sgarbi

 ROMA, 19 MAGGIO 2011 - 8,3% di share, per un totale di circa due milioni di spettatori: troppo poco per la prima serata di Raiuno, anche se infrasettimanale.

Dopo settimane di polemiche e rinvii, ieri sera è infine partito il programma (a dire il vero, non molto atteso) di Vittorio Sgarbi, politico e politologo, sindaco di Salemi, nel trapanese, personaggio televisivo a 360° (nel senso che lo ritroviamo spesso nei salotti di tutte le reti rai e mediaset), “insultatore patentato”, nonché critico d’arte, che sarebbe poi la sua vera professione e quasi sicuramente l’unica attività per cui varrebbe la pena ascoltarlo.[MORE]

Difficile stargli dietro allo Sgarbi presentatore, nel suo delirante monologo, volutamente confusionario e irrimediabilmente lungo, troppo per i ritmi di una prima serata: le tematiche sfociano presto nell’invettiva politica, una su tutte quella contro lo scempio paesaggistico causato, a suo dire, dagli impianti eolici sul territorio nazionale, con particolare riferimento alle campagne pugliesi.

La puntata dovrebbe avere “la paternità” come centro nevralgico degli interventi di ospiti e conduttori, come testimonia anche l’apparizione in scena del figlio stesso di Sgarbi: per la cronaca, stessa faccia di bronzo del padre, evidentemente caratteristica ereditaria.

Ma la noia invade la scenografia, trionfando nettamente sui contenuti, in verità solo sfiorati prima di addentrarsi in paludosi terreni di una pedulante logorrea.

In definitiva un altro flop carismatico, dopo quello ancor più sconcertante del Qui Radio Londra di Ferrara: dovevano essere i cavalli di razza della nuova Raiuno, “scesi in campo per difendere l’onore del Premier contro la rivoluzione sovversiva delle toghe rosse”, ed invece ci ritroviamo con due puledrini, poco sferzanti, poco pungenti, ma molto pagati, troppo pagati per due programmi mediocri sia nella forma che nel contenuto.

E per di più sono ancora antipatici, Vittorio e Giuliano. Come a dire, non bastava Ferrara, adesso “Ci tocca anche Vittorio Sgarbi”: devo aver fatto confusione, pensavo fosse il titolo del suo programma; al contrario, deve essere il pensiero degli italiani, che infatti hanno cambiato canale, alla svelta.

Prevedibile la scelta della direzione, che ha già cancellato il programma. Molto più discutibile invece la scelta di mandarlo in onda, ma d'altra parte pretendere lungimiranza dai vertici Rai è pura utopia.

 

Maurizio Grimaldi