Estero

Palestina e Israele: le origini di un'Intifada di sangue

TORINO, 17 NOVEMBRE 2012 - Le tensioni e gli scontri tra i palestinesi e gli israeliani hanno origini molto antiche: gli Ebrei hanno da sempre considerato Israele la terra promessa ed i primi regni che sono sorti sulla città risalgono al II secolo a.C.

Tutti i tentativi di mettere in piedi un impero sono falliti, a causa delle invasioni assire e babilonesi. Nel 530 a.C. il regno si istituì nuovamente, questa volta sotto la protezione dei Persiani e dei Romani, ma a seguito di una fallita rivolta contro questi ultimi, gli Ebrei vennero definitivamente esiliati dai territori dipendenti da Roma.

Il lungo esilio sembrava destinato a non finire mai e, sebbene furono diversi i tentativi di ritornare in Palestina, il più grande flusso di migrazione giunse con la seconda guerra mondiale: molti Ebrei tormentati dai nazisti riuscirono a scappare nella terra promessa ed altri li raggiunsero quando vennero liberati dai lager.

Il conflitto con i palestinesi fu inevitabile: gli Ebrei giunti ad Israele non intendevano adeguarsi alla religione ed anche alle leggi degli islamici della Palestina. Alle basi vi era una problematica religiosa, che ben presto divenne anche politica.[MORE]

Si chiama Intifada ed è la rivolta più sanguinosa della storia: il tentativo dei Palestinesi di respingere gli Ebrei di Israele fuori dal loro territorio, del quale questi ultimi si sono appropriati consolidando un governo a sè stante. Ad oggi, non è terminata, sebbene con il termine "Intifada" si intendano tre specifiche rivolte che si sono verificate nella storia moderna.

La terza ed ultima rivolta è stata invocata dal leader di Hamas, Khaled Meshaal, a seguito degli scontri sulla Striscia di Gaza. degli anni 2008 e 2009. Non vi sono precisi interventi che si identificano nella rivolta, piuttosto attacchi che vengono effettuati con una frequenza imprecisa. Alcuni ritengono che la terza Intifada sia ancora in corso, poichè non vi sono elementi che possano definire la nascita di una quarta rivolta e nemmeno che ne possano individuare la fine.

Anche la seconda è oggetto di discussione per quanto riguarda il suo termine: iniziò nel 2000 e la sua durata è dubbia. A dare il via alla resistenza palestinese è stato l'intervento di Ariel Sharon, che a quei tempi era a capo dell'opposizione del governo di Israele. Egli inviò mille uomini nelle moschee di Gerusalemme e gli scontri ebbero inizio.

La prima Intifada si scatenò invece quando, nel 1987, un camion israeliano travolse due taxi collettivi presso il campo profughi di Jabaliya. Nel 1993 la rivolta cessò a seguito degli Accordi di Oslo.

I recenti scontri sulla Striscia di Gaza, in particolare quelli degli ultimi giorni, che vedono gli israeliani nel ruolo offensivo, potrebbero scatenare una quarta Intifada, ovvero far sì che termini definitivamente la terza, quasi in stato di latenza, e dare vita a nuove violente azioni di resistenza da parte dei palestinesi nei confronti degli Ebrei di Israele.

Informarsi sulla storia della Palestina e degli israeliani contribuisce a far capire quali sono le motivazioni reali del conflitto, ma non solo: le riflessioni sono inevitabili. Tra chi sceglie di sostenere l'Intifada o Israele, vi è anche chi sostiene che questa guerriglia abbia cessato di avere alcun senso.

Territorio, religione e politica hanno portato via la vita a troppe persone durante gli anni e difficilmente i leader dei due governi riusciranno a porre fine definitivamente agli scontri dettati da una convivenza difficile, la quale è condizionata da due culture decisamente diverse tra loro.

(Foto da ecn.org)

Alessia Malachiti