Societa'
Palermo, Clochard bruciato vivo, la dichiarazione di Pecoraro: «Non sono pentito»
PALERMO, 13 MARZO - La strategia difensiva degli avvocati di Giuseppe Pecoraro, l'uomo che ha dato fuoco a un senza tetto a Palermo, punterà all'infermità mentale. Gli avvocati dell'omicida hanno potuto parlare con il loro cliente per pochi minuti, ma hanno subito avanzato dubbi sulla sua salute psichiatrica. [MORE]
Il benzinaio nel corso dell'interrogatorio, avrebbe più volte chiesto di avere i farmaci che, a suo dire, prendeva da tempo per una malattia psichica. Gli avvocati, Brigida Alaimo e Carolina Varchi, non sono riusciti a capire se fosse davvero sotto cura o fingesse, ma in ogni caso prima della visita medica ufficiale non sarà consegnato nessun medicinale.
Pecoraro, dopo aver negato per ore il crimine ed aver tentato di difendersi con alibi poco credibili, nonostante l'evidenza delle bruciature sulle braccia (il video dell'aggressione mostrava come il fuoco avesse colpito anche l'assalitore) che ha giustificato come segno di un incidente domestico, ha ammesso di aver assassinato Cimino nel suo rifugio di fortuna.
Una serie di testimoni hanno raccontato di una lite che avrebbe avuto il giorno prima dell'omicidio con la vittima, a causa della gelosia dell'omicida nei confronti di una fantomatica relazione amorosa tra il clochard e la sua ex fidanzata. "Ero geloso", avrebbe detto agli inquirenti quando le sue difese sono crollate, non mostrando nessun segno di pentimento e rimorso.
Resta il dubbio che l'assassino non abbia agito da solo: ad alimentare i sospetti è l'assenza di un senza-tetto che di solito dormiva accanto alla vittima, che qualcuno potrebbe aver chiamato prima del delitto, facendolo allontanare e salvandogli la vita. Le indagini vanno avanti nel tentativo di rispondere a tutte le domande, ed archiviare questo folle e crudele crimine che ha scosso l'intera penisola.
Maria Minichino
(fonte immagine ilfattoquotidiano.it)