Cronaca

Palermo, Fincantieri molla. Le proteste no

PALERMO, 14 GENNAIO 2012 – Ne avevamo parlato pochi giorni fa, nei giorni scorsi – dopo un vertice-fiume in Prefettura – è arrivata la marcia indietro di Fincantieri, che ha così deciso di ritirare i 140 licenziamenti previsti dal piano industriale presentato lo scorso 21 dicembre. Nel resto dell'isola, invece, le proteste continuano. [MORE]

Sono serviti 56 milioni di euro e la presa di posizione di Palazzo d'Orleans per far recedere Fincantieri dalla decisione presa a fine 2011. «Mi auguro» - ha detto Salvino Caputo, presidente della commissione Attività produttive dell'Assemblea regionale siciliana - «che dopo aver scongiurato un'ondata di licenziamenti e una nuova crisi industriale, si possa tornare a lavorare nei cantieri navali di Palermo», aggiungendo che «grazie alla sinergia tra azienda, sindacati e Regione siamo riusciti a comporre una delicatissima vicenda che aveva terminato una settimana di tensioni, il blocco delle attività del cantiere e un nuovo pericolo per il futuro dei lavoratori».

La “Forza d'Urto” siciliana. Se gli operai della Fincantieri possono dunque dirsi soddisfatti, quanto meno per aver mantenuto il proprio posto di lavoro, ben altro umore muove il Movimento dei Forconi, che in questi ultimi giorni hanno unito le forze con gli autotrasportatori dell'Associazione imprese autotrasportatori siciliani (Aias) dando vita a “Forza d'Urto”, un'aggregazione spontanea – o una rivoluzione culturale, come la chiamano loro – di cittadini il cui obiettivo è quello di rivendicare i propri diritti, sopperendo alle gravi mancanze della classe politica. «Il nostro appello è rivolto a tutti i siciliani che vogliono combattere la politica corrotta e incapace, i sindacati imbelli, le associazioni finte, il caro carburante, le cartelle esattoriali con tassi da usura, l'arroganza delle banche, la burocrazia cieca e ottusa», ha detto Mariano Ferro, leader del Movimento dei Forconi, che ha poi invitato «autotrasportatori, agricoltori, allevatori, imprenditori, commercianti, studenti, indignati ed affamati a partecipare».

Dopo i proclami, il movimento ha definito una “quattro giorni di lotte”, dal 16 al 20 gennaio, in cui ben ottanta punti nevralgici della regione saranno presi di mira da blocchi e proteste. «Questi quattro giorni saranno solo l'inizio di una lunghissima protesta da parte delle nostre categorie», ha preannunciato Franco Calderone, uno dei fondatori dei “Forconi”.

 

(foto: Vivienna.it)
Andrea Intonti