Palermo, call center impiegava lavoratori in nero. Titolare rischia sanzioni altissime
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PALERMO, 31 LUGLIO 2013 - La Guardia di Finanza di Palermo ha scoperto, con l'aiuto dell'Ispettorato provinciale del lavoro, dell'Inps e dell'Inail, l'esistenza di un call center in città che si occupava di vendita di depuratori d'acqua con l'ausilio di trentasette dipendenti in nero. Di età compresa tra i 19 e i 50 anni, questi venivano pagati 2-3 euro l'ora senza contratto e senza contributi. Per loro era stato pensato un contratto "a progetto" che prevedeva che il dipendente vendesse un quantitativo minimo di prodotti a bimestre.
Pare che il tolare avesse chiesto ai suoi dipendenti di procurarsi una carta prepagata in cui mensilmente veniva erogato lo stipendio in nero, circa 350euro. La Guardia di Finanza ha calcolato che per 2.400 giornate lavorative il titolare avrebbe dovuto versare quasi 20mila euro di contributi: “Tale sistema ha consentito all’imprenditore di aggirare i contratti nazionali di settore risparmiando, in termini di contrattualizzazione nazionale minima, oltre 40mila euro, e di ottenere risparmi illeciti in termini di contribuzione assistenziale e previdenziale”, affermano le Fiamme Gialle.
Ventidue dei trentasette lavoratori erano nel call center, mentre ad altri quindici, che non lavoravano più in azienda, la Guardia di Finanza è risalita successivamente. Adesso le Fiamme Gialle stanno passando al vaglio la contabilità per verificare a quanto ammonti la somma di denaro sottratta al fisco. Il titolare rischia sanzioni da 72.725 a 644.330 euro.
(Foto dal sito agrigentooggi.it)
Katia Portovenero[MORE]