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Pakistan: ucciso ministro delle minoranze religiose cristiane

ISLAMABAD - 2 MARZO 2011 - Il ministro pachistano delle minoranze religiose, il cristiano Shahbaz Bhatti, è stato ucciso poche ore fa, in un attentato a Islamabad: lo hanno reso noto fonti ospedaliere della capitale pachistana.
Un gruppo di uomini armati avrebbe aperto il fuoco sul veicolo in cui viaggiava il Ministro, attaccato quando usciva da casa per recarsi al lavoro e deceduto durante il trasporto in ospedale. L'omicidio è avvenuto nel pieno delle polemiche sull'emendamento di una legge che prevede la pena di morte per il reato di blasfemia. [MORE]Negli ultimi mesi, infatti, era stato minacciato di morte per aver chiesto di modificare questa legge e per essersi battuto per la grazia per Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte con l'accusa di aver insultato Maometto. "Ringrazio Dio per avermi dato questa opportunità di continuare la mia lotta per le minoranze oppresse del Pakistan" aveva affermato Bhatti dopo la conferma nell'incarico, "i cristiani e le altre minoranze sono cittadini del Pakistan e hanno gli stessi diritti di qualsiasi altro cittadini perchè i nostri padri hanno sacrificato la loro vita per il Paese". A gennaio Bhatti era stato tra i primi a condannare l'omicidio del governatore del Punjab, Salmaan Taseer, finito anche lui nel mirino degli integralisti per aver chiesto di abolire la legge sulla blasfemia. Condanna bipartisan in Parlamento: "Esprimiamo profonda condanna per questo atto di ignobile barbarie che è accaduto in Pakistan poche ore fa ad opera di fondamentalisti islamici", hanno affermato i deputati Luisa Santolini, Massimo Polledri, Olga D'Antona, Renato Farina, Souad Sbai e Paola Binetti. “Il Parlamento italiano scuota l'Europa da un sostanziale disimpegno e la spinga a rispettare quanto recentemente sottoscritto a proposito dei diritti umani e delle persecuzioni religiose in Pakistan”. Il presidente pachistano Asif Ali Zardari ed il suo premier Syed Yusuf Raza Gilani hanno condannato l'assassinio di Bhatti, assicurando che «simili atti non faranno arretrare il governo nella sua lotta al terrorismo e all'estremismo» e hanno chiesto che sulla vicenda venga realizzata «un'approfondita» indagine.