Cronaca

Padova, prof negazionista rimosso dalla presidenza della commissione di maturità

PADOVA, 5 LUGLIO 2013- Ha affidato un pensiero sull’insegnamento dell’Olocausto del liceo nel quale lavora al social network più famoso del mondo e così si è giocato il posto di presidente di commissione all’esame di maturità. [MORE]

“E’ tutto sbagliato, siamo nel regno dell’illecito, della falsità, della menzogna propinata ai giovani”. Queste ed altre frasi che hanno portato a bollare il professor del Liceo Curiel di Padova Franco Damiani come negazionista, sono state accolte con dolore dall’Ugei, Unione giovani ebrei d’Italia. La presidente dell’associazione, Alessandra Ortona, ha scritto al ministro dell’Università Maria Chiara Carrozza affinché prendesse in carico la sua richiesta di sollevare il professor Damiani dall’incarico. Così, a cinque giorni dalle prove di maturità, il professore era stato sostituito. Damiani aveva inviato una lettera all’Ufficio scolastico regionale per il Veneto nella quale spiegava che la metodologia utilizzata al Liceo Curiel per insegnare l’Olocausto fosse “errata”. “So quel che dico” ha scritto Damiani “avendo nella mia biblioteca almeno cinquanta libri non sul cosiddetto negazionismo, ma degli storici che più correttamente si chiamano revisionisti, alcuni dei quali conosco di persona e so con quanto scrupolo operino e mi indigna pensare come saranno stati calunniati in quel laboratorio, insieme con migliaia di altre persone che non possono più difendersi perché morte".

Alcuni utenti hanno anche risposto alle provocazioni di Damiani postando foto dell’Olocausto sul suo profilo e ricevendo come risposta che “l’unico Olocausto è quello di Nostro Signore Gesù Cristo”. E ad altri ha risposto con altrettanta freddezza: "puoi risparmiarti la fatica di scrivere lunghi elenchi di morti. Basta che tu me ne dica uno: un solo nome di giudeo gasato. Fornendomi le prove di quanto dici". E poi ancora: "non abbiamo bisogno di testimonianze né di confessioni per sapere che gli americani hanno lanciato bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki nell'agosto del 1945. Come può avvenire che non si disponga di una qualunque prova, altro che di testimonianze e di confessioni per un genocidio che ha fatto milioni di vittime nelle camere a gas - non un solo documento, non cadaveri, non l'arma del crimine, niente?”.

Federica Sterza

Foto www-2.citynews-padovaoggi.stgy.it