Economia

Padoan: "Tagliamo le tasse perché siamo di sinistra ma su pensioni non dobbiamo far saltare i conti"

ROMA, 20 SETTEMBRE 2015 - Le pensioni e l'ipotesi di introdurre flessibilità in uscita? “È fondamentale non deragliare da un principio fondamentale: le prestazioni pensionistiche vanno legate alla durata del tempo di lavoro e all' aspettativa di vita. Detto questo non c'è nulla di male a esaminare possibili correttivi che riguardano individui che si trovano vicini alla pensione ma con una prospettiva occupazionale difficile. Ma va considerato naturalmente che questo ha un costo e l'equilibrio di finanza pubblica deve essere mantenuto”.

Intervistato da Repubblica il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan avverte sui rischi di un intervento sulle pensioni, sottolineando la necessità di non far saltare i conti. Un messaggio al premier Matteo Renzi che ieri con una risposta a un lettore dell'Unità aveva parzialmente riaperto la querelle estiva su un possibile allentamento dei vincoli della riforma Fornero. Renzi, infatti, aveva fatto trapelare qualche spiraglio, annunciando di aver chiesto “a Padoan e a Poletti di individuare un meccanismo per consentire più flessibilità in uscita” con la speranza di riuscire a “trovare un primo rimedio già con la Stabilità”. [MORE]

Dunque è probabile che nei prossimi giorni la questione venga in qualche modo ripresa in considerazione. Difficile però che si possa andare oltre i paletti posti dal ministro dell’Economia. Sul tema delle tasse, invece, la sintonia tra i due è massima: “Interveniamo sulla prima casa, Tasi, Imu agricola e imbullonati”, conferma Padoan, che tiene a sottolineare come il governo non abbia iniziato adesso a tagliare le tasse, “all'improvviso”, ma si tratti “di un percorso che abbiamo iniziato e che continueremo sino alla fine del mandato”. E non sembra essere sfiorato dalle critiche a sinistra, secondo cui ridurre le tasse a tutti non è democratico: "La strategia economica per rilanciare l'Italia è complessa e comprende anche la riduzione delle tasse. Soprattutto se questi tagli aumentano la fiducia delle famiglie" e "creano le condizioni per avere più posti di lavoro e di migliore qualità. Aiutare le famiglie e sostenere il lavoro: sono cose di sinistra o no?”, contrattacca il ministro.

Certo, la strategia dell'esecutivo non si limiterà solo a questo, aveva già spiegato Padoan: i punti dell'azione di Governo per il 2016 previsti nella nota Def, il Documento di programmazione economica e finanziaria per il prossimo anno, riguardano anche misure di ''alleviamento della povertà e stimolo all'occupazione, agli investimenti privati, all'innovazione, all'efficienza energetica e alla rivitalizzazione del Sud". 2Un'altra colonna della nostra strategia - dice Padoan a Repubblica - è quella di sviluppare la finanza per la crescita, misure che favoriscano la capitalizzazione delle imprese italiane. Vogliamo incentivarle ad andare in Borsa e utilizzare anche canali alternativi al credito bancario". Quanto all'aspetto fiscale "stiamo studiando come ridurre dal 2017 le imposte sugli utili aziendali".

Insomma, da via XX Settembre trapela ottimismo. Padoan vede “più crescita perché c'è più lavoro” e può disporre di margini più ampi per sostenerla, abbandonando l'austerità. Innanzitutto chiedendo maggior flessibilità all'Europa: l'importo massimo potrà arrivare a 17,9 miliardi di euro (compresi 3,3 miliardi per l'emergenza immigrazione). Inoltre risorse saranno ottenute da un aumento della spesa pubblica: il governo rinvia il pareggio di bilancio strutturale di un anno, al 2018, perché “ritiene che una riduzione ancora più corposa del deficit strutturale nel 2017 sarebbe controproducente e il calo complessivo di 0,7 punti nel biennio 2017-2018 costituisca già uno sforzo straordinario'', come spiegato dal ministero dell'Economia nella Relazione al Parlamento con l'aggiornamento del Def. Infine Padoan conta di incassare quest'anno quasi 12 miliardi dalla lotta all'evasione e sbloccare altre risorse con la spending review.

Tiziano Rugi