Cronaca
Otto ore di attesa al pronto soccorso di Lecco
Lecco 27 agosto 2012 - Un'attesa durata dalle 14:49 alle 22:14: sette ore emmezza per un semplice punto di sutura in testa. Senza contare il quarto d'ora di fila al “triage” d'accettazione.
Siamo al pronto soccorso dell'Ospedale Alessandro Manzoni di Lecco, un sabato pomeriggio qualsiasi di fine agosto.
Davanti a me ci sono una trentina di persone e, dopo una rapida anamnesi, mi viene assegnato un "codice verde" (priorità poco critica), e vengo subito avvisata che l'attesa sarà lunga.
Certo non avrei immaginato che sarei uscita dall'ospedale a notte inoltrata, dopo un calvario di quasi otto ore.
Accanto a me, una signora diabetica aspetta dalle 11:30 del mattino, digiuna da ore e seduta su una sedia a rotelle. Per ingannare il tempo scambia quattro chiacchiere con il vicino, il cui calvario scopro essere ben peggiore: l'uomo aspetta infatti dalle 7:30 del mattino, per un codice verde come il mio.
Non è colpa del personale: i medici presenti si fanno in quattro per prestare un servizio adeguato, e il team di infermieri, giovani e volenterosi, fa del suo meglio per prestare ascolto a tutti. Ma il gruppo è sottostaffato, e nessuno fa i miracoli.
Per smaltire i codici gialli (urgenti) e azzurri (anziani e bambini) e le numerose ambulanze in arrivo, si finisce dunque per sacrificare i numerini verdi, che non vengono chiamati fino alle 16:00 inoltrate, con un inevitabile slittamento serale del servizio.
Esco dall'ospedale, stanca e affamata, alle 22:30 circa, felice di essermela cavata con un solo punto di sutura in testa e un'emicrania da competizione.[MORE]
In fondo, poteva andarmi peggio. E poi Formigoni ha dichiarato che "la Lombardia rappresenta il punto d'eccellenza della sanità italiana"...quindi perchè preoccuparsi?
Francesca Silvia Loiacono