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Osservatorio Turchia: 10 mappe che spiegano la "guerra globale" tra Erdogan e Gulen

 ISTANBUL, 8 MARZO 2014 – Il conflitto in corso in Turchia tra l'AKP (il partito di maggioranza del primo ministro Recep Tayyip Erdogan) e il movimento di Fethullah Gulen sta prendendo una seria dimensione internazionale. Il premier Erdogan ha recentemente dichiarato in un'intervista di aver espresso le proprie preoccupazioni riguardo le attività dello studioso dell'Islam Fethullah Gulen, che si è autoesiliato in Pennsylvania. Il premier ha inoltre esortato gli elettori a boicottare le scuole di Gulen presenti sul territorio turco, e nella medesima intervista ha dichiarato che Ankara potrebbe richiedere un “avviso rosso” dall'Interpol per Gulen.

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Di seguito presentiamo dieci mappe che cercano di ricostruire il collasso del partito di Erdogan contro i fehtullaci in un contesto internazionale:

Secondo il Wall Street Journal, il movimento di Gulen dichiara di avere più di 2,000 centri di educazione sparsi in 160 paesi, comprese scuole private, dipartimenti universitari, centri linguistici e religiosi. Il quotidiano americano ha di recente pubblicato una mappa che mostra le scuole di Gulen in tutto il mondo:

 

Rispondendo a una domanda riguardo la confisca delle scuole di Gulen in Azerbaijan, Erdogan ha dichiarato di non essere in grado di dare una precisa risposta, ma è al corrente di notizie simili provenienti dal Kazakistan. «Anche il Pakistan potrebbe agire in questo senso. Incontrerò il primo ministro della provincia del Punjab per parlare della questione», ha aggiunto.

Di seguito una mappa mostra i primi campi di battaglia della guerra mondiale iniziata con gli attacchi frontali di Erdogan:

 

L'AKP e il movimento di Gulen sono due correnti sociopolitiche di matrice islamica, ma le loro radici giacciono in due distinti rami sunniti in Turchia. La base ideologica dell'AKP sposa quella del moviento “Milli Gorus” (il punto di vista nazionale), mentre il movimento di Gulen aderisce alla scuola di Said Nursi. Oggi, alcuni irriducibili del movimento di Gulen accusano l'AKP di essere pro-Iran. Ecco una mappa della divisione sciita-sunnita:


La Turchia è a maggioranza sunnita, e i turchi sono tra i popoli più religiosi d'Europa. La mappa di seguito riporta la percentuale di credenti in Turchia rispetto agli altri paesi europei:


Inoltre, nel mondo musulmano, la Turchia è uno di quei paesi in cui la popolazione preferisce la democrazia al “leader carismatico”:


Ma ci sono almeno due ragioni, o potremmo dire conseguenze, che potrebbero spiegare il modo in cui Erdogan è stato capace di ergersi e rimanere leader indiscusso finora:

1) la povertà...


2) ...una conseguente infelicità...


3) ...e, a quanto si dice, la “bolla speculativa” che Erdogan utilizza da anni per accaparrarsi voti.

Nonostante molti turchi si considerano più felici (e più ricchi) rispetto al passato, il partito di Erdogan ha aumentato pressioni su numerose fasce sociali, mentre tenta di preservare la sua immagine come modello democratico per il Medio Oriente. Con gli scandali emersi negli ultimi mesi e le accuse di corruzione nelle sale del potere, sarebbe bene prendere in considerazione la posizione della Turchia anche considerando la trasparenza dell'informazione e la sua fruizione da parte dell'opinione pubblica:


Secondo l'indice della libertà di stampa preparato da “Reporter Senza Frontiere”, la Turchia si presenta come una “enorme prigione per i giornalisti”. Ma lo stesso movimento di Gulen non è proprio uno stinco di santo, in quanto a trasparenza e “tolleranza verso i dissidenti”. Il giornalista d'inchiesta Nedim Sener, l'eroe della libertà di stampa internazionale secondo l'IPI (International Press Institute), biasima il movimento di Gulen in maniera persino più feroce rispetto alle accuse mirate verso il governo. È stato condannato e arrestato subito dopo aver scritto un libro sul movimento.

 

 

Fonte: hurriyetdailynews.com

Foto: online.wsj.com; hurriyetdailynews.com; washingtonpost.com; wikipedia.org; darussophiledotcom.files.wordpress.com; en.rsf.org

Dino Buonaiuto (corrispondente dalla Turchia)