Ospedale Padova, ancora nulla di fatto: è scontro tra Regione, Comune, Provincia e Ateneo
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
PADOVA, 29 NOVEMBRE 2014 - E' risoluto il governatore del Veneto Luca Zaia quando annuncia: "Il nuovo ospedale di Padova? Conto di chiudere la partita venerdì". Le parole di Zaia arrivano però alla vigilia dell’ennesimo vertice tra Regione, Iov, Provincia, Comune, Università e Azienda ospedaliera di Padova che si tenuto ieri a Venezia e che ha portato ad un nulla di fatto.[MORE]
Non si è, per esempio, deciso nulla sulla quarta ipotesi avanzata dal sindaco Massimo Bitonci, l'area San Lazzaro, ma si è invece preferito ripiegare su un nuovo approfondimento tecnico.
Le parti in causa hanno idee molto divergenti sulla questione. Se da una parte Regione e Comune sembravano concordare su San Lazzaro, dall’altra Ateneo e Provincia avrebbero espresso forti dubbi. "Non sono sufficienti i 200 mila metri quadri del Comune" ha spiegato il rettore Giuseppe Zaccaria. "Sono 20 ettari contro i 65 di partenza, necessari ad assistenza, didattica e ricerca. E poi non vorremmo si riproponesse la situazione di traffico congestionato di via Giustiniani, perchè San Lazzaro evidenzia criticità di accesso in determinate ore e anche un certo grado di inquinamento per la vicinanza all’autostrada. Sarebbe opportuno riprendere in esame le aree precedentemente considerate, quindi Padova ovest, curva Boston, Guizza e aeroporto".
Anche il presidente della Provincia Enoch Soranzo la pensa alla stessa maniera: "L’area risulta da una parte esondabile o a rischio esondazione e dall’altra lambita da aziende ad alto rischio: un deposito gas, una ditta farmaceutica e una di lavorazione di prodotti ad alta combustione. Possibili incidenti da fuoco e vapore, di difficile controllo, rischierebbero di coinvolgere l’ospedale. E poi San Lazzaro è uno dei tratti più intasati dal traffico e parte dei 300 mila metri quadri sarebbe sottratta dai parcheggi collegati alla SFMR. Ci vuole infine uno studio di valutazione ambientale: pensate a un degente che apre la finestra e si vede davanti industrie, invece di verde». Ma Bitonci mantiene la posizione: «Ho visto giovedì il liquidatore (Simone Salata) della società e abbiamo ravvisato grande disponibilità a cedere l’area al Comune".
Federica Sterza