Cronaca
Ospedale di Comiso, continuano le polemiche
COMISO (RAGUSA), 10 NOVEMBRE 2011 – Si preannunciano vere e proprie scene da guerriglia sulla chiusura del 118 di Comiso – e relativi ritardi nei soccorsi - che nei giorni scorsi ha causato la morte di Biagio Savarese avvenuta nei giorni scorsi. [MORE]
«L'ospedale» - ha dichiarato Salvo Zago, capogruppo del Partito Democratico al consiglio comunale - «non lo chiuderà né Gilotta né altri come lui». Ettore Gilotta, direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale numero 7 di Ragusa, aveva infatti dichiarato nei giorni scorsi che la chiusura si rendeva necessaria perché «non possiamo più sostenere i costi di una sanità ospedaliera “a domicilio”, come da tempo hanno compreso altre realtà regionali sanitarie».
È proprio il capogruppo Pd a lanciare la “dichiarazione di guerra” nell'ambito di uno dei consigli comunali più partecipati di sempre. La proposta è quella di «azioni forti, ai limiti della legalità con blocchi stradali e picchetti e se ci rinviano a giudizio non mi vergognerò perché sarà stato per una giusta causa». Rincara la dose Giovanni Digiacomo dell'Udc, che ha definito il consiglio come la celebrazione del fallimento «della destra, del centro e della sinistra».
Come se non bastasse, nel consiglio è stato sollevato – da Gigi Bellassai, segretario dei democratici – il probleam della Tac per Comiso, promessa e mai arrivata. Un altro esponente dei democratici, Pippo Digiacomo, ha inoltrato intanto formale richiesta alla VI commissione dell'Ars per un audizione sulle problematiche legate a Comiso ed a Scicli.
Importante è stata anche la partecipazione della cittadinanza. «Non accettiamo la chiusura dell'ospedale e del pronto soccorso, e lotteremo fino a quando l'Asp non farà marcia indietro», ha dichiarato Gianfranco Giuffrida, rappresentante del comitato spontaneo dei cittadini. «L'assessore Russo» - ha proseguito Giuffrida - «mi ha comunicato che, di concerto con il presidente della Regione, si sta lavorando per dare al territorio le risposte adeguate, chiedendo un lasso di tempo che va dai 25 ai 30 giorni. Confidando in un favorevole epilogo di questa delicata vicenda rimarremo vigili e sorveglieremo sull'evolversi degli eventi».
E c'è anche chi, come il professor Francesco Iemolo, primario di Neurologia, sostiene che la morte del signor Savarese non sia assolutamente legata al “caso”, e che – anzi – non si debba strumentalizzare l'episodio in maniera politica. Iemolo conclude poi con un appello alla politica, che «dovrebbe fare un passo indietro ed assumere il coraggio di scelte, che possano far temere un ridimensionamento elettorale».
Andrea Intonti