Oppido Mamertina, la processione omaggia il boss mafioso. Alfano: "atti incommentabili"
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OPPIDO MAMERTINA (RE), 7 GIUGNO 2014 - ‹‹Atti incommentabili›› queste sono le parole di Alfano rispetto a quanto accaduto durante la processione della Madonna delle Grazie, nella frazione di Tresilico di Oppido Mamertina. Durante il corteo, la statua della Madonna si è fermata, per circa trenta secondi, davanti alla casa del boss dalla ‘ndragheta, Peppe Mazzagatti, di 82 anni, condannato all’ergastolo per omicidio e associazione a delinquere, ma da 11 anni ai domiciliari per motivi di salute.
Al momento della sosta, il comandate della stazione dei carabinieri, Lorenzo Falferi, ha abbandonato la processione per dissenso, mentre altri suoi colleghi sono rimasti a documentare l’accaduto. Il patto, anche se informale, tra il maresciallo, Andrea Marino, e i parrocchiani che avevano organizzato l’evento non è stato rispettato: nessun ossequio o sosta si sarebbe dovuta effettuare durante la processione. Tuttavia, il sindaco del paese, Domenico Giannetta, ha precisato ‹‹se ci sono stati gesti non consoni prenderemo le distanze, ma è stata ripetuta una gestualità che va avanti da oltre 30 anni, con la Vara rivolta verso una parte del Paese››.
I primi a prendere le distanze dall’accaduto sono stati proprio i carabinieri, che hanno già ricevuto i complimenti di Angelino Alfano, ‹‹noi non possiamo accettare una simile deferenza da parte dei cittadini nei confronti di una persona condannata all’ergastolo›› precisa Falferi in merito al suo gesto ‹‹e poiché non siamo privati cittadini abbiamo fatto esclusivamente quello che era il nostro dovere e cioè allontanarci e denunciare››.
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Un gesto, quello della statua, che avviene esattamente 15 giorni dopo la scomunica papale ai mafiosi. Papa Francesco, infatti, in occasione della sua visita pastorale nella diocesi di Cassano allo Jonio, al termine del suo discorso contro la mafia e la criminalità aveva detto ‹‹quelli che non sono in questa strada di bene, come i mafiosi, questi non sono in comunione con Dio: sono scomunicati››. Da allora, tutti i mafiosi rinchiusi nel carcere di Larino, si sono rifiutati di partecipare alla Santa Messa e il vescovo di Termoli-Larini, Gianfranco De Luca, ha indetto una messa speciale per loro, ascoltando le loro proteste.
Intanto, i provvedimenti per la vicenda, si muovono su due fronti. La procura antimafia di Reggio Calabria analizzerà il rapporto degli uomini dell’arma e intenderà prendere provvedimenti contro 25 “portatori” della statua della Madonna delle Grazie, mentre il monsignor Francesco Milito, vescovo di Oppido Mamertina, ha già espresso il suo parere ai microfoni di “Radio Vaticana”, ‹‹c’è la più grande riprovazione per quanto è successo. Prenderemo provvedimenti energici, una volta che la valutazione di tutti gli elementi sarà completa›› e, aggiunge in conclusione, ‹‹non si puo' negare che attorno e accanto a questa posizione ferma di tante persone, sopravvive ancora, per tanti motivi, questa forma di omerta', di paura, di non avere il coraggio, o di volere comunque imporre stili che, comunque, con la fede nulla hanno a che fare››.
Erica Benedettelli
[immagine da lamentino.it]