Cronaca

Operazione 'Terminator' luce su 3 omicidi nel cosentino

L'operazione 'Terminator', eseguita questa mattina dalla Dia di Catanzaro, ha fatto luce su tre omicidi e un tentato omicidio avvenuti a Cosenza e in provincia durante la guerra di mafia iniziata dopo le scarcerazioni della maxi operazione 'Garden'. Una lotta tra esponenti delle varie fazioni della criminalita' organizzata per ''far valere la supremazia sul territorio'', hanno spiegato in conferenza stampa il capo della Dda di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, il direttore della Dia calabrese Francesco Falbo, il capo sezione della Dia di Catanzaro Antonino Cannarella.[MORE]
I fatti di sangue sono iniziati nel giugno 1999 con l'omicidio di Primiano Chiarello, nel luglio successivo fu ucciso Francesco Bruni, quindi nel maggio 2000 il boss Antonio Sena. Alla fine dello stesso mese si registro' il tentato omicidio di Umile Esposito. ''In quegli anni - rivelano inquirenti e investigatori - la 'ndrangheta cosentina viveva una complessa fase di riorganizzazione interna, che necessitava della fisica eliminazione dei rivali e di coloro i quali tentavano di costituire autonomi gruppi criminali''.
''E' stato documentato, tra l'altro, come si fosse all'epoca registrata una saldatura tra la criminalita' cosentina e il gruppo dei 'cassanesi', violenta organizzazione criminale composta quasi esclusivamente da soggetti di etnia rom, operante nella sibaritide''. In particolare la chiave di lettura degli omicidi di Francesco Bruni senior 'Bella bella' e di Antonio Sena, storico boss, e' da inquadrare nella volonta' di affermare la supremazia dei gruppi criminali emergenti nel cosentino. Primiano Chiarello sarebbe stato ucciso invece perche' si era avvicinato al clan Bruni per rafforzare il proprio gruppo.