Operazione 'Ndrangheta Bis: Milano strozzata dai clan, 12 arresti
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
MILANO, 28 SETT. - I tentacoli della ‘ndrangheta strozzano l’imprenditoria milanese. Intimidazioni, abusi e usura a tassi da record andavano in scena all’interno una masseria equipaggiata come bunker dal clan Valle, cellula lombarda del potentissimo clan Di Stefano.[MORE]
L’OPERAZIONE - Dodici persone, tra cui nove già in carcere, sono state raggiunte ieri da altrettante ordinanze di custodia cautelare nella seconda fase della maxi operazione denominata “Ndrangheta-Bis”. Le indagini, imperniata sulle attività illecite di un clan satellite attivo in Lombardia, all'inizio del mese di luglio avevano portato all'arresto di altri 15 affiliati nonché a numerose perquisizioni e sequestri di immobili per un valore vicino ai 10 mln di euro.
Tra gli arrestati spiccano un noto legale e una vittima di usura. In manette è finito l’avvocato Luciano Lampugnani, 55 anni, di Rho (Mi), indagato per tentata estorsione e riciclaggio. Secondo quanto accertato dalla Direzione Distrettuale Antimagia Lampugnani avrebbe fatto pressioni sulle vittime dello strozzo. Una di loro è stata arrestata con le accuse di favoreggiamento e false dichiarazioni. Si tratta di un panettiere di 54 anni che si era sempre rifiutato di collaborare e aveva consigliato ad altre vittime di non rispondere alle domande degli inquirenti.
GLI ARRESTI – Gli arresti compiuti ieri dagli uomini della Dda milanese seguono il decorso naturale dell’operazione cha nel mese di luglio ha decapitato la presunta cosca Valle, attiva nella periferia occidentale di Milano.
I Valle, come evidenziato anche nella prima puntata di Presa Diretta, il programma di Rai3 condotto da Riccardo Iacona, sarebbero legati storicamente al clan dei De Stefano, ritenuto responsabile di un grosso giro di usura e racket nel campo del mercato immobiliari.
I prestiti a tassi esorbitanti a piccoli imprenditori devastati dalla crisi economica sarebbero stati la specialità del gruppo, con a capo, secondo quanto dichiarato dal gip Gennari a luglio, il 73enne Francesco Valle e i figli Fortunato e Angela.
L'holding aveva come base una masseria equipaggiata come un bunker, dove i debitori venivano "intimiditi e picchiati", aveva scritto il gip nell'ordinanza. L’organizzazione criminale aveva stabilito la base logistica nella proprietà 'La Masseria', a Cisliano; una sorta di bunker, munito di sofisticate apparecchiature di sicurezza (telecamere, sensori, impianti di allarme, etc.) in modo da impedire l'accesso a terzi e di prevenire qualunque intrusione da parte delle forze di polizia.
M.R.