Cronaca
OPERAZIONE DELTA | Nel mirino degli inquirenti l'imprenditore Pietro Iannazzo
LAMEZIA TERME, 15 DICEMBRE. - L'indagine Delta ha consentito "di accertare - secondo Vitello - la sistematica e programmatica commissione di reati di intestazione fittizia di quote, beni ed utili societari, dirette a consentire l'arricchimento occulto di Pietro Iannazzo, per evitare il sequestro e la confisca in dipendenza di probabili misure di prevenzione patrimoniali".[MORE]
L'elemento principale dell'impresa criminosa era Iannazzo, che si serviva come suo alter ego di Pierpaolo Muraca. Gli strumenti del livello occulto di Iannazzo erano le societa' Deltavi Costruzioni srl, Emmedue srl e Coeme srl, societa' con assunzione di importanti lavori pubblici su Lamezia e nei comuni dell'hinterland. Il vero dominus, ha spiegato il procuratore Vitello, "di queste societa' era Iannazzo. Come in tutti i casi di prestanome - ha aggiunto - vi era un livello palese di natura formale ed uno occulto di natura sostanziale, quello occulto, che imponeva la sua volonta' su quello formale, era diretta in modo esclusivo e padronale da Iannazzo.
L'unico reale collaboratore era Muraca, che affiancava Iannazzo ponendosi sullo stesso piano di quest'ultimo". Mentre "l'amministratore formale, il direttore tecnico, i vari soci agivano - ha aggiunto Vitello - esclusivamente alle dipendenze di Iannazzo, come consapevoli comprimari. Un ruolo ben preciso rivestivano in tutta questa vicenda anche i vari funzionari di banca presso cui le societa' intrattenevano i conti, perche' costoro accettavano e regolavano ogni cosa con Iannazzo, benche' questi non avesse alcun ruolo formale, a dispetto del dovere istituzionale di segnalare operazioni sospette".
Per gli inquirenti "l'intestazione fittizia era diretta a consentire a Iannazzo a conservare la ricchezza prodotta dalle suddette societa' ad onta ed in elusione di possibili misure di prevenzione patrimoniale". Nel corso della conferenza stampa da parte degli investigatori Iannazzo e' stato definito "un soggetto potenzialmente attenzionato da misure di prevenzione, come testimoniano la sua sottoposizione ad avviso orale nell'anno 2002, l'essere stato indagato nel 2002 per associazione a delinquere di stampo mafioso e l'aver mantenuto rapporti con soggetto indiziato ed appartenere ad associazione a delinquere di stampo mafioso, destinatario di misura di prevenzione. Per gli inquirenti, inoltre, Iananzo, "mostra avere redditi non proporzionati al complessivo investimento di capitale dell'attivita' di impresa di cui, invece, appare essere proprietario effettivo". (AGI)