InfoOggi "Scomparsi e Delitti"
Omicidio Yara, in aula è il giorno della difesa di Bossetti
BERGAMO - Nell'ambito del processo sull'omicidio di Yara Gambirasio, Il 27 maggio è stato il giorno della difesa di Massimo Bossetti, i quali hanno contestato la più grande prova ai danni di quest'ultimo: la compatibilità con il profilo genetico di Ignoto 1 -nello specifico, sangue- che, secondo la versione dell'accusa, sarebbe stato rinvenuto in grande quantità misto al sangue di Yara.
L'avvocato Claudio Salvagni, che difende il muratore di Mapello insieme al collega Paolo Camporin, ha invitato i giudici ad essere rigorosi sulla prova del Dna, aggiungendo: "Non avete giurato su un libro di biologia ma sulla Costituzione". La difesa ha inoltre attaccato sia gli investigatori che la stampa, sostenendo: "Questa difesa non ha mai potuto interloquire e sul lavoro fatto da altri non può esserci chiesto un atto di fede". [MORE]
Salvagni ha poi sostenuto: "E' assurdo tratteggiare Massimo Bossetti come un sexual offender perché la sua vita è stata passata al setaccio e non è stato trovato nulla: la sua vita è casa, lavoro e famiglia. Molti uomini hanno l'attitudini a essere piacioni, a essere provoloni, come si dice, ma questo non fa di loro degli assassini". Il difensore ha anche aggiunto: "Gli sono state attribuite delle amanti dove sono queste amanti? La sua vita è casa, lavoro, famiglia e questi sono i dati concreti, non congetture".
Mentre la difesa ricostruiva il giorno del 26 novembre 2010, Massimo Bossetti ha pianto. Paolo Camporini ha infatti parlato del fatto che nessuno ricorda di aver visto l'imputato nei luoghi da lui indicati, sottolineando che però "Nessuno l'ha mai visto altrove", lasciando così intendere che il furgone ripreso dalle telecamere di Brembate di Sopra non apparterrebbe al suo cliente. A tal proposito Salvagni ha aggiunto: "Si è trattato di un video confezionato come un pacchetto dono, per tranquillizzare la gente, per avere il mostro, il pedofilo, il mentitore seriale". Di contro, le autorità avevano fatto sapere che il video sarebbe stato divulgato senza manipolazioni. Sempre l'avvocato Salvagni, ha poi dichiarato che per l'imputato, questa vicenda giudiziaria sarebbe "Una tortura".
In apertura, era stato rivolto un pensiero alla vittima ed alla sua famiglia da parte della difesa, che ha definito il delitto "efferato e terribile". Salvagni ha anche sottolineato: "Prima ancora che da avvocati, ci siamo convinti da padri che la persona che andavamo a difendere non è un assassino. E' un delitto che ha iniettato veleno nei muscoli di Bergamo e che ci ha tutti sconvolti".
Alessia Malachiti