Cronaca
Omicidio Sarah Scazzi, zio Michele confessa: «L'ho uccisa io, non è stata Sabrina»
TARANTO, 5 DICEMBRE 2012 - «Ho ucciso io Sarah, questo rimorso non lo posso più portare dentro di me». Svolta nel caso dell’omicidio di Sarah Scazzi, la ragazza 15enne uccisa ad Avetrana (Ta) il 26 agosto del 2010. Per l’omicidio della giovane sono indagati la cugina Sabrina Misseri e la zia Cosima Serrano con l'accusa di omicidio doloso aggravato, mentre lo zio Michele Misseri, il quale era stato il primo sospettato per l’orribile gesto, risulta indagato con l'accusa di occultamento di cadavere.
Oggi, però, è arrivata inaspettata la confessione dell’uomo: «Non è stata Sabrina ad uccidere Sarah» ha detto Misseri piangendo al legale difensore di sua figlia Sabrina, Franco Coppi. Lo zio della vittima nel corso della sua deposizione in Corte d'Assise ha ricostruito quella la tragica giornata d’agosto, ripetendo più volte che quel giorno non si sentiva bene, aveva un forte mal di testa. Ha addirittura rivelato che, mentre stava tornando a casa dopo essersi recato in banca per depositare un assegno, aveva perso il controllo della sua autovettura e rischiato di finire fuori strada. «Non so nemmeno io come sono riuscito a rimettermi in carreggiata. Peccato perché sarebbe stato meglio, la bambina si sarebbe salvata» riporta Repubblica.[MORE]
Poi il racconto dell’omicidio in cantina: «Non ho visto scendere Sarah, era dietro di me. Mi ha detto: “Zio perché stai gridando”. Le ho detto: “Vattene”. Non ho capito cosa voleva da me, mi stava dando fastidio». Tuttavia, Sarah «insisteva, allora io l'ho spostata, lei mi ha tirato un calcio e io allora ho preso un pezzo di corda e l'ho stretta. Non so nemmeno quanto è durato. Lei si è accasciata ed è caduta su un compressore, che è stato prelevato dagli inquirenti dopo tanti mesi».
Nella confessione Misseri ha scagionato dalle accuse sua figlia: «Non è stata Sabrina, mi dispiace perché si è sacrificata per me». Prima, però, c’era stato un'altra rivelazione sorprendente: «Quando gli inquirenti mi hanno portato in garage per raccontare quello che era successo, ero drogato».
Al termine della deposizione, l’avvocato difensore di Misseri, Armando Amendolito, ha rinunciato in aula alla difesa: «Non c'è aderenza tra la linea di difesa e queste dichiarazioni».
(Foto: corsera.it)
Giovanni Gaeta