Cronaca
Omicidio Sarah Scazzi, la Cassazione: "Sabrina Misseri fredda calcolatrice"
ROMA, 12 OTTOBRE - La prima sezione penale della Cassazione non ha dubbi sull’omicidio di Sarah Scazzi: la cugina Sabrina Misseri, condannata lo scorso 21 febbraio all’ergastolo con la madre Cosima Serrano, non merita sconti di pena. È quanto emerge dalle motivazioni della Corte Suprema, depositate ieri, in cui si sottolineano le «modalità commissive del delitto» e la «fredda pianificazione d’una strategia finalizzata, attraverso comportamenti spregiudicati, obliqui e fuorvianti, al conseguimento dell’impunità». Sabrina, «strumentalizzando i media», deviò le investigazioni come «astuto e freddo motore propulsivo» verso «piste fasulle». [MORE]
A fronte di questi comportamenti, scrivono i supremi giudici nelle quasi 200 pagine di motivazioni relative all’udienza svoltasi lo scorso 21 febbraio, Sabrina non ha «meritevolezza» per la concessione delle attenuanti generiche richieste dai suoi difensori. Lo sconto di pena è stato negato dalla Cassazione anche per Cosima Serrano, dato che, essendo una adulta matura, invece di intervenire a placare «l’aspro contrasto sorto» tra Sabina e Sarah, «si era resa direttamente protagonista del sequestro della giovane nipote, partecipando poi materialmente alla fase consumativa del delitto».
Sul corpo della vittima non erano stati rinvenuti «segni di lotta o legati al tentativo di allentamento della cintura stretta al collo, come reazione istintiva al soffocamento che si stava compiendo», scrivono i supremi giudici, ricordando gli esiti di autopsia e perizie. «La vittima non aveva opposto alcuna resistenza». Lo strangolamento, dunque, «non poteva essere opera di un unico soggetto - si legge ancora nelle motivazioni - ma doveva essere avvenuto per effetto del concorso sinergico di due persone: l’una che aveva posto in essere la specifica azione di soffocamento da dietro alla vittima e l’altra che le aveva inibito ogni tentativo di difendersi e, altresì, ogni chance di fuga». Le «uniche due persone presenti in casa», rileva la Cassazione, erano Sabrina Misseri e Cosima Serrano. Tutti questi comportamenti rendono «impossibile» gli sconti di pena.
La Cassazione si è espressa anche a proposito delle dichiarazioni di Michele Misseri (condannato a 8 anni di reclusione per soppressione di cadavere, che più volte si è autoaccusato per la morte della giovane) sull’omicidio della nipote Sarah: «sono state oscillanti e prive di costanza» e «condizionate dall’obiettivo di coprire e sollevare da responsabilità la figlia Sabrina».
Claudio Canzone
Fonte foto: velvetnews.it