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TORINO, 28 GENNAIO 2015 - Il consigliere comunale era morto nell’ottobre 2013, dopo ben 19 mesi di agonia, in seguito a un aggressione a colpi di pistola nel cortile di casa. "Sono innocente, è un'ingiustista" ha detto Furchì dopo la sentenza. [MORE]
La corte d’assise di Torino ha emesso il suo verdetto, ergastolo. Carcere a vita dunque per Francesco Furchì, unico accusato per l'omicidio del consigliere comunale dell’Udc Alberto Musy morto nell’ottobre del 2013 dopo l’aggressione a colpi di pistola del 21 marzo 2012 avvenuta nel cortile di casa sua, in via Barbaroux a Torino.
Accolte dunque le richieste del pm Roberto Forlan, che contestava all’accusato anche la premeditazione e i futili motivi, con al richiesta di sei mesi di isolamento diurno. Richiesta pienamente appoggiata anche dall’avvocato Zancan, legale della famiglia Musy, alla quale Furchì dovrà ora versare un milione e 200 mila euro di provvisionale. È stata pertanto respinta la richiesta di piena assoluzione avanzata dal collegio difensivo composto dai legali Mariarosaria Ferrara e Gaetano Pecorella, che hanno continuato a sostenere il proprio cliente dichiaratosi sempre innocente.
"Sono innocente, è un'ingiustizia", ha commentato Furchi' all'uscita dell'aula. “Finalmente so che cosa dire alle mie bambine quando torno a casa” ha invece dichiarato la moglie di Alberto Musy, Angelica Corporandi d’Auvare. “Mi aspettavo un verdetto del genere, per tutti noi è una liberazione, ora possiamo tornare a vivere. Ringrazio la Squadra Mobile della polizia per il grande lavoro fatto. Dopo l’agguato non sapevamo proprio chi potesse essere, abbiamo considerato tutte le possibili ipotesi senza capire chi potesse avercela con Alberto”.
(Fonte immagine corriere.it)
Giuseppe Sanzi