Cronaca

Omicidio Garlasco, Stasi torna in aula. Niente tv e fotografi

MILANO, 09 NOVEMBRE 2011 - Alberto Stasi, il giovane imputato per l'omicidio della sua fidanzata Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco (Pavia), nel corso dell'udienza del processo di secondo grado che si sta celebrando a Milano ha reso dichiarazioni spontanee per ribadire la sua innocenza, "Non ho altro da aggiungere rispetto a quanto detto in sede di indagini preliminari", ha dichiarato il ragazzo. [MORE]

In questa primo appuntamento, si è proceduto alla lettura della relazione che ha ripercorso quanto accaduto dal 13 agosto 2007, giorno in cui Chiara venne trovata ferita a morte da un oggetto contundente mai recuperato, per poi arrivare al 2009, quando Alberto Stasi è stato assolto "per non aver commesso il fatto", dal gup di Vigevano Stefano Vitelli con un rito, quello abbreviato (durato 10 mesi) da lui stesso scelto.

In base alle motivazione, spiegate in oltre 150 pagine, il giudice aveva considerato "il complessivo quadro istruttorio sia contraddittorio che altamente insufficiente a dimostrare la colpevolezza dell'imputato oltre ogni ragionevole dubbio". Inoltre, erano stati evidenziati gli errori investigativi commessi. Si era sottolineato anche che non vi è prova che i due fidanzati la sera prima dell'omicidio avessero avuto una discussione.

Per il procuratore generale, Laura Barbaini, nel ricorso d'appello, "la sentenza si sofferma sugli errori degli inquirenti, dimenticandosi di dover dedicare altrettanta attenzione alla parte ricostruttiva. E perde di vista la dinamica del fatto che risulta del tutto incompatibile con l'ipotesi del soggetto terzo, autore dell'omicidio". Il procuratore generale prosegue sostenendo che, "Perde di vista che Alberto è in realtà rimasto senza alibi tra le 9,12 e le 9 e 35: indicata dalla sentenza come ora probabile della morte. Il fatto che non ci sono segni di effrazione. Nel bagno non ci sono tracce di sconosciuti eccetto quelle di Stasi. E ancora non analizza la natura dei rapporti di Stasi con i genitori, di cui teme il giudizio".

Per la Barbaini, "La sentenza non esplora il dato che essi dovevano rimanere estranei alla passione di Alberto per la pornografia, e non lo lega al movente neppure dopo aver dato atto che Chiara era l'unica a dividere il segreto con Alberto". In base a tutto ciò il procuratore generale ha chiesto la condanna dell'imputato, la rinnovazione della perizia sul percorso, sulle suole e informatico.

Si è anche evidenziato un "eccesso di protezione dei diritti dell'imputato che ha finito per calpestare i diritti della vittima e dei suoi famigliari", definendo "ultragarantista la visione con cui in primo grado si sono voluti interpretare tutti gli indizi a carico di Alberto Stasi".

I giudici, a seguito della lettura della suddetta relazione, hanno proceduto a fissare le date delle prossime udienze. Si tornerà in aula il 22, il 24 e il 25 novembre prossimo. Da quanto si è appreso, il 22 novembre il procuratore generale Laura Barbaini prenderà la parola per chiedere di rinnovare il dibattimento e chiedere nuove perizie. Invece, il 24 e il 25, sarà la volta dei legali della difesa, il professor Angelo Giarda e i fratelli Giulio e Giuseppe Colli. Fissata per il 6 dicembre la camera di consiglio, in cui la corte deciderà se emettere la sentenza nei confronti dell'unico imputato o riaprire il dibattimento. Ammessi a partecipare al processo che si celebra a porte chiuse anche tutti i consulenti visto la complessità degli argomenti trattati.

In aula, presenti anche i genitori di Chiara, la madre Rita Preda e papà Giuseppe insieme al figlio Marco. La madre, prima dell'ingresso in tribunale ha dichiarato,"Siamo tranquilli e fiduciosi. Spero si trovi il colpevole". L'avvocato di parte civile, Gianluigi Tizzoni, che assiste la famiglia ha aggiunto, "Siamo determinati e speranzosi. Avrei preferito che fosse stato concesso parere favorevole all'ingresso delle telecamere nel palazzo di giustizia e presenterò un'istanza affinché questo accada". Al termine dell'udienza, lasciando il tribunale Alberto Stati, che in aula ha ribadito la sua innocenza, ha detto una sola frase: "E' andato tutto bene".

Stasi, jeans, maglioncino beige e giacca blu, a conclusione dell'udienza ha affermato, "E' andata bene. E' andato tutto bene". Dopo di che, l'ex bocconiano ha lasciato il tribunale optando per un ingresso secondario accompagnato dai suoi legali.
 

Rosy Merola