Omicidio Fortuna Loffredo, Caputo accusa la sua ex compagna Marianna Fabozzi: "L'ha uccisa lei"
Cronaca Campania

Omicidio Fortuna Loffredo, Caputo accusa la sua ex compagna Marianna Fabozzi: "L'ha uccisa lei"

mercoledì 12 aprile, 2017

CAIVANO (NA), 12 APRILE – Raimondo Caputo, il presunto assassino di Fortuna Loffredo, la bimba morta nel 2014 dopo essere stata spinta giù da una finestra del Parco Verde di Caivano (Napoli), ha lanciato pesanti accuse all’ex compagna Marianna Fabozzi, indicandola come l’assassina della bambina. «Quella mattina – ha dichiarato - Marianna Fabozzi ha afferrato Fortuna per i piedi, graffiandola. L'ha sollevata e mentre la bambina cercava di liberarsi l’ha gettata via come un pezzo di carta sporca».[MORE]

L'uomo ha inoltre ammesso di aver abusato della prima figlia della donna e amica del cuore di Fortuna: «Qualche volta ho toccato l'amica del cuore di Fortuna. Lo facevo e lo sapevano in casa, sia Marianna, la madre della bimba, sia la nonna Angela Angelino (denunciata per falsa testimonianza, ndr)».

Come riferito da Il Mattino, il presunto assassino di Fortuna ha affidato la sua "confessione" in via informale al procuratore aggiunto Domenico Airoma, dopo il rinvio dell'udienza del delitto di Caivano per sciopero della Camera penale di Napoli.

«A Marianna – avrebbe dichiarato ancora Caputo - è rimasta la scarpetta in mano, che ha lanciato via in direzione del ballatoio di una vicina, Rachele Di Domenico che, come avete accertato dalle intercettazioni, ha fatto sparire il sandaletto per non avere guai. Li sopra c'erano le impronte di Marianna».

La confessione di Caputo assume tratti ancora più drammatici quando accusa la sua ex di aver ucciso anche il suo figlio più piccolo, Antonio Giglio, morto nel 2013, anche lui caduto nel vuoto. Lo ha ucciso, dice Caputo, «perché secondo lei impediva la nostra convivenza. E allo stesso modo ha fatto con Fortuna perché odiava sua madre Mimma Guardato e voleva farle un dispetto. Non ho detto niente sulla morte del bambino per paura che lei mi denunciasse per le cose che facevo con la figlia più grande. Ma ora mi accusate di essere l'assassino di Fortuna. E non è vero».


Antonella Sica


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