Cronaca

Omicidio di Chiara Poggi, i legali di Stasi chiedono di riaprire il caso

 
GARLASCO, 20 DICEMBRE – Il risultato delle nuove prove del DNA richieste dalla difesa di Stasi e prelevato dalle unghie di Chiara Poggi ben sette anni dopo la morte della ragazza, potrebbe determinare un ribaltamento della sentenza. Le tracce non appartengono al fidanzato Alberto Stasi, che dopo una doppia assoluzione, è stato condannato in via definitiva a sedici anni di pena che sta scontando nel carcere di Bollate.[MORE]

Si tratta di un altro ragazzo di Garlasco che la vittima conosceva bene e il cui DNA prelevato grazie ad un cucchiaino ed una bottiglietta d’acqua, combacia perfettamente con quello rinvenuto sotto le unghie della ragazza.

Il nuovo elemento dell’indagine difensiva condotta da una società di investigazioni su incarico dello studio Giarda, che assiste Alberto Stasi e la mamma Elisabetta Ligabò, ha portato la difesa a chiedere la revisione del processo alla Corte d'Appello di Brescia e l'apertura di una nuova inchiesta da parte della Procura di Pavia, "il prima possibile". Il risultato è contestato invece da Gian Luigi Tizzoni, legale dei Poggi, che ritiene la prova non "scientificamente valida" da far riaprire il caso.

Categorica invece la mamma di Chiara: "C'è una sentenza definitiva e per noi quella vale. Se la difesa ha un nome, lo faccia pubblicamente, senza nascondersi dietro un dito". Nome dell’allora, a quanto pare 20enne, che sarebbe già stato noto durante le indagini, non è dichiarato "per rispetto della privacy, degli accertamenti e perché non vogliamo che accada quel che è successo ad Alberto"

 

 

Maria Azzarello

 

[fonte immagine: Il Post]