Salute
OMCEO di Catanzaro parte attiva della sanità calabrese
CATANZARO, 12 DICEMBRE 2011 - Il Consiglio direttivo dell’OMCEO di Catanzaro ha ricevuto nei giorni scorsi dai colleghi del Dipartimento Oncoematologico dell’AOPC una lunga e preoccupata nota che mette in evidenza il fondato disagio degli operatori in relazione non solo e non tanto al proprio futuro professionale quanto in relazione alla possibilità di continuare a svolgere con la stessa efficacia il proprio ruolo per una utenza molto vasta proveniente da diverse provincie della Calabria.[MORE]
Questo disagio che deriva dalla prospettiva di immediato trasferimento di tutto il sistema di cura dell’ospedale Ciaccio a Germaneto è nato all’improvviso a seguito non di decisioni deliberate dagli organismi preposti ma da una serie di varie dichiarazioni in tal senso che hanno sembrato contraddire quello che appariva come un consolidato patrimonio dell’Azienda ospedaliera di Catanzaro. Azienda che, negli ultimi anni ha profuso impegno, risorse finanziarie, una straordinaria passione di diversi amministratori, alcuni dei quali non estranei a questo Ordine, per rafforzare un percorso che veniva da lontano sulla terapia delle patologie oncologiche di adulti e bambini con la nascita di una struttura “a tutto campo” dotata di servizi di supporto e con grande collaborazione con le strutture e le istanze del territorio.
IL CD è convinto che: "all’origine di tale disagio vi siano stati alcuni grossolani errori di metodo. Una questione di così fondamentale importanza - è ribadito - per gli utenti più che per gli operatori, doveva vedere impegnati in prima linea gli attori principali cioè le due Aziende con i due direttori generali coadiuvati dai rispettivi organi tecnici del settore che avrebbero dovuto avere il compito di valutare l’impatto della proposta, la sua fattibilità, i suoi tempi, le risorse necessarie. Questo è mancato".
Si sottolinea inoltre che a valutare la situazione sia stato un tavolo politico-istituzionale preoccupato, sembra, più di equilibri tra le parti che di fatti reali e per niente preoccupato invece se le strutture presenti a Germaneto siano in grado di accogliere in una sola sede l’enorme mole di lavoro delle due istituzioni, se le conseguenze si traducano in un reale miglioramento del servizio reso e non piuttosto in una qualche caduta di efficacia che finirebbe per produrre nuova emigrazione sanitaria. Tavolo che peraltro sta presentando tra l’altro non poche contraddizioni, ripensamenti, repentini viraggi.
Appare necessario ed indispensabile - viene ribadito - riconsiderare i tempi ed i modi della proposta di integrazione delle strutture oncologiche inquadrate nel più generale discorso di integrazione delle strutture sanitarie del comprensorio catanzarese. Serve una grande discussione che veda le istanze politiche e quelle professionali ugualmente coinvolte nell’interesse dei cittadini. Non vi può essere infatti integrazione se non attraverso il confronto e la condivisione innanzitutto delle componenti professionali.
"La Regione non si sottragga quindi alle proprie responsabilità ma accolga tutte le istanze che vogliono un confronto positivo tendente all’ abbattimento del muro che sembra ergersi fra due importanti realtà calabresi. Il CD dell’OMCEO di Catanzaro vuole farsi parte attiva in un processo di tal genere promuovendo fin da subito l’apertura di una discussione e forse anche di un tavolo che consenta un sereno confronto e serene riflessioni sull’intera materia".
Caterina Stabile