Mario Molinari, una targa per ricordare l'artista piemontese scomparso nel 2000
Cultura e Spettacolo Piemonte

Mario Molinari, una targa per ricordare l'artista piemontese scomparso nel 2000

giovedì 8 marzo, 2012

TORINO, 8 MARZO 2012 - Si terrà domani, la celebrazione dedicata al compianto artista Mario Molinari, scultore e pittore surrealista audace e dall’originalità incisiva delle proprie opere, durante la quale verrà affissa una targa commemorativa in suo onore.

La cerimonia, prevista alle ore 11, avrà luogo presso la sua casa-laboratorio al civico 56 di Via Saluzzo, nel capoluogo piemontese, in cui ha vissuto a lungo e dove hanno preso forma le sue creazioni.

Alla manifestazione, presieduta dal sindaco della città Piero Fassino, dall’assessore alle Attività e manifestazioni culturali Maurizio Braccialarghe e dal presidente del Consiglio comunale Giovanni Maria Ferraris, prenderanno parte anche la moglie dell’artista Pia Balducci ed i loro figli William e Jacopo.[MORE]

A loro ed a noi tutti, il messaggio di Molinari attraverso il suo lascito artistico: opere dalle dimensioni importanti e dalle fattezze alquanto bizzarre, a testimoniare la sua grande fiducia nelle possibilità della vita, per chiunque abbia l’audacia di osare, senza lasciarsi condizionare troppo dai dettami, talvolta ipocriti, della società.

 

 

Biografia (dal sito della Fondazione Artèvision):
Mario Molinari(Coazze 1930 - Torino 2000)scultore, artista, famoso e apprezzato dalle piazze di tutto il mondo, celebrato dalla critica internazionale. Negli anni Cinquanta, ancora direttore delle Cartiere di Coazze, inizia come autodidatta la sua attività quarantennale di scultore. Le prime opere in mostra sono idoli realizzati in lamine di rame saldato in omaggio alla tradizione scultorea primitiva e africana, con lo sguardo già su Picasso, Giacometti, Paolozzi, David Smith. Nel 1964 Molinari è tra i fondatori di Surfanta, il gruppo neosurrealista nato a Torino con Pontecorvo (il suo maestro di pittura), Alessandri, Abacuc, Camerini, Macciotta, Colombotto Rosso. Se ne distacca presto, per cominciare negli anni '70 un percorso più astratto.
La nuova produzione (contemporanee alle sculture ugualmente iconografiche di Mark di Suvero, Niki De Saint Falle e Jean Tinguely) prende improvvisamente colore: brillanti rossi come lacche, blu, gialli, verdi luminosi, stesi a piatto monocromi e intensi come vernici industriali. Molinari inizia a produrre grandi installazioni astratte, realizzate in una prima fase in scala ridotta come modelli di polistirolo espanso e in un secondo momento come gigantesche sculture di cemento o acciaio. Le sue opere sono giganti danzatori, monumenti geometrici dipinti in colori brillanti, realizzati in legno, cemento e materiali sintetici, nati per rappresentare un museo a cielo aperto.

 

 

Rosa Maria Curci

 

 


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