Oliverio-Laratta: "Troppo penalizzante chiudere gli uffici postali in Calabria"
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ROMA, 17 LUGLIO 2012 - Secondo i deputati del Pd: “Nella sola regione Calabria, risulta che siano più di 100 gli uffici postali interessati ad un’eventuale soppressione, secondo quanto previsto dal ‘Piano di riorganizzazione delle Poste Italiane’. Questo determinerebbe l’isolamento di tantissimi piccoli comuni, oltre che un ulteriore tonfo per l' intera economia calabrese, già particolarmente colpita dalla crisi economica nazionale, e che provocherebbe gravissime conseguenze sociali per l’intera regione”.
Interrogazione a risposta in commissione
N. Oliverio, F.Laratta
al Ministro dello Sviluppo Economico
Al Ministro dell'Economia e delle Finanze[MORE]
Per sapere - premesso che: da notizie di stampa apparse negli scorsi giorni su vari quotidiani nazionali e locali è intenzione della società Poste Italiane S.p.A. procedere a breve a un notevole ridimensionato del volume dei servizi offerti alla clientela nell’intero territorio nazionale ed in particolare in Calabria. Il tutto nell’ambito di una riorganizzazione del settore dei Servizi Postali, non giustificato però da alcuna motivazione di carattere tecnico o produttivo; nella sola regione Calabria, risulta che siano più di 100 gli uffici postali interessati da una eventuale soppressione, che se attuata costringerebbe i cittadini dei territori interessati dai tagli, a spostarsi per diverse decine di chilometri, con notevoli disagi soprattutto per le fasce più deboli della popolazione, visto anche il fatto che molti di questi tagli riguarderebbero sportelli situati in zone montane, frazioni o piccoli comuni (si veda per tutti il caso del Comune di Umbriatico in provincia di Crotone) già penalizzati dalle carenze di collegamenti, e da una scarsa distribuzione dei servizi; questa decisione, va poi ad aggiungersi alla situazione esistente, già grave, lamentata dall'utenza dovuta alla riduzione dell'orario di ufficio in molte zone collinari o montane che prevede l’apertura degli stessi uffici solo a giorni alterni, e che ha generato inoltre la drastica riduzione del servizio di distribuzione della posta;
uno sportello costituisce uno dei pochi servizi essenziale per mantenere in vita paesi o frazioni e il continuo taglio di essi contrasta anche con l'approvazione - all'unanimità- da parte della Camera dei Deputati del disegno di legge sulla valorizzazione dei piccoli comuni (AC 1174 e abb.) con meno di 5000 abitanti; le Poste, insieme alle farmacie, alle scuole e alle Stazioni dei Carabinieri, storicamente rappresentano l’avamposto dello Stato proprio nei territori svantaggiati e svolgono una serie di servizi essenziali per i cittadini fra cui, solo a titolo esemplificativo, il pagamento delle pensioni; a giudizio degli interroganti, è importante evidenziare che la dimensione e la rilevanza in termini di qualità delle attività svolte negli uffici postali calabresi richiederebbero piuttosto che un ridimensionamento, al contrario, un potenziamento del personale e dei presidi presenti. Le Poste spa non dovrebbero decidere da sole dove chiudere e dove tenere aperto. Queste valutazioni di tipo strategico dovrebbero essere frutto di un percorso che coinvolga anche le amministrazioni locali, sempre più indignate da tali scelte:-
TUTTO CIO’ PREMESSO SI INTENDE SAPERE: se i Ministri interrogati sia a conoscenza di quanto esposto in premessa, e conseguentemente, quale siano nel merito delle proprie competenze le iniziative che intendano adottare per garantire il proseguimento dell'attività degli uffici postali in Calabria, , la cui ipotetica chiusura secondo quanto previsto dal “Piano di riorganizzazione delle Poste Italiane”, determinerebbe un ulteriore tonfo per l' intera economia calabrese, già particolarmente colpita dalla crisi economica nazionale, e che provocherebbe gravissime conseguenze sociali per l’intera regione in quanto la paventata riconversione e/o chiusura di tutti questi uffici vedrebbe mettere fortemente a rischio la salvaguardia dei connessi livelli occupazionali in una regione come la Calabria, da sempre alle prese con il problema drammatico della mancanza di lavoro.