Cronaca

Oggi l'ultimo saluto a Gerardo D'Ambrosio. Il "pool" di Mani Pulite rende omaggio al magistrato

MILANO, 1 APRILE 2014 - È stato il giorno dell’ultimo saluto a Gerardo D’Ambrosio, l’uomo, il magistrato, morto domenica scorsa all’età di 83 anni, che con il suo lavoro ha segnato in maniera indelebile una parte della storia d’Italia.

Questa mattina, presso l’atrio del Palazzo di giustizia di Milano, gli è stato reso omaggio dall’intero “pool” di Mani Pulite. Dietro al suo feretro, tutti indossando la toga, si sono difatti disposti i commossi Gherardo Colombo, Francesco Saverio Borrelli, Francesco Greco e Ilda Boccassini, ovvero coloro i quali collaborarono a stretto giro con l’ex procuratore. Prima di loro, tuttavia, tanti i magistrati milanesi che si sono alternati nello scortare il feretro di D’Ambrosio.

Tantissime, dunque, le toghe presenti, tra i quali naturalmente anche il procuratore capo di Milano, Edmundo Bruti Liberati, ma altrettanto numerose sono state le personalità del mondo politico.

Tra questi vi era Antonio Di Pietro, l’ex magistrato anche lui uno dei grandi protagonisti di quella stagione durante la quale si combattè aspramente Tangentopoli: «Quel pool – ricorda Di Pietro – ha dimostrato che se si lavora in squadra, senza doppi fini, l’unione fa la forza. Questo pool – ha spiegato – è nato da una sommatoria di sconfitte. Già dall’85 si sarebbero potute tirar fuori le tangenti, ma tutti noi magistrati abbiamo visto che singolarmente non potevamo farcela. Così con un umiltà ci siamo messi insieme. D’Ambrosio – ha concluso – guardava, invitava, apprezzava».

Presenti anche il sindaco di Milano, GIuliano Pisapia, l’ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani, la Presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosi Bindi, l’ex ministro Barbara Pollastrini, che peraltro fu allora indagata dalla Procura milanese, l’avvocato e senatore del Pd, Guido Calvi.

Tanti gli attestati di stima espressi: «Aveva una grande professionalità – ha affermato Pierluigi Bersani –. Era un uomo di coerenza. Aveva una particolare cifra umana ed era un uomo serio, rigoroso e mite». «Era un magistrato integro – ha invece dichiarato il presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro – una persona integra a tutto tondo, noi cercheremo di conservare e di trasmettere il ricordo di lui. Ricordo tutte le belle giornate passate con lui – ha proseguito – a discutere non solo di processi, ma anche della vita della città e dei cittadini».[MORE]

A dimostrazione della riconosciuta e indiscussa levatura, da uomo e da magistrato, di Gerardo D’Ambrosio, è da sottolineare la presenza di Sergio Cusani, imputato simbolo nell’inchiesta di Mani Pulite, il quale, pur non essendo presente durante la camera ardente, ha preso parte, come anche ha fatto il presidente del Senato, Pietro Grasso, ai funerali dell’ex procuratore capo di Milano svoltisi in San Pietro in Gessate, la chiesa situata proprio di fronte al Palazzo di Giustizia.

(milano.corriere.it)

Giovanni Maria Elia