Economia

Oettinger: effetto Brexit sul bilancio UE. Buco di 10-11 miliardi all'anno

BRUXELLES, 28 GIUGNO –“L’Unione europea e i suoi Stati membri saranno obbligati a «scelte difficili» su come impostare il bilancio comunitario dopo la Brexit”.[MORE]

L’avvertimento giunge dalla Commissione, in un documento di riflessione sul futuro delle finanze dell’Ue che dovrebbe servire a lanciare il dibattito sul prossimo quadro finanziario multi-annuale che si aprirà nel 2020.

Dopo l’uscita del Regno Unito dall’Ue «mancheranno 10-11 miliardi ogni anno», ha rivelato il commissario responsabile del bilancio, Guenter Oettinger, durante una conferenza stampa. «Non potremo far finta di nulla»: con la Brexit «andrà via un grande paese, attualmente contribuente netto, e quindi dovremo effettuare tagli e storni», ha spiegato Oettinger, illustrando le ipotesi contenute nel documento di riflessione. «La concezione del futuro bilancio dell’Ue deve fondarsi su una visione chiara delle priorità dell’Europa e sulla determinazione a investire nei settori che le assicureranno potenza economica, durabilità, solidarietà e sicurezza per il futuro», dice il testo. I margini di manovra esistenti hanno raggiunto il «limite». Nell’Ue su 50 euro di tasse «1 euro va in Europa. 49 restano» nelle capitali, ha sottolineato Oettinger: «su 50 dollari che un cittadino americano paga in tasse, 30 vanno a Washington». In questo contesto, tra Brexit e nuove spese per immigrazione, sicurezza e difesa, «dovranno essere fatte delle scelte difficili», avverte la Commissione.

Il vero nodo sono le risorse: nel documento di Bruxelles si legge che “ Il Gap nelle finanze UE che nasce dall’uscita del Regno Unito e dai bisogni finanziari delle nuove priorità deve essere chiaramente riconosciuto”. Secondo quanto riferito da fonti UE, con l’uscita di Londra verrebbero così a mancare all’appello una media di circa 25 miliardi l’anno dopo il 2020.

E per far quadrare i conti si guarda a diverse ipotesi: aumentare le risorse proprie, ad esempio incassando introiti da una 'carbon tax' (relativa al sistema Ets), dall'Etias (il sistema di visti Ue come l'Esta americano), o ancora dal signoraggio delle banconote emesse dalla Bce ,oppure ridurre e razionalizzare la spesa attuale, in base a quale tipo di Ue si delineerà in futuro (se con meno compiti, uguale, a più velocità oppure ancora più integrata) secondo i cinque scenari identificati nel 'White paper' presentato a marzo. In ogni caso, Bruxelles prevede fondamentalmente riduzioni e revisioni ai fondi di coesione e all'agricoltura. Non sono previsti ulteriori tagli al personale Ue, in quanto ciò "metterebbe a rischio il buon funzionamento delle istituzioni".Dovrebbero invece essere cancellati gli sconti agli Stati membri (tra cui Germania, Austria, Olanda, Danimarca) legati al 'rimborso britannico' (il 'British rebate'), in quanto con l'addio all'Ue di Londra questo cesserà di esistere.

Nel documento si introduce poi la proposta di passare dagli attuali bilanci (Mff) strutturati su 7 anni a bilanci su 5 anni, per allinearli alla durata del mandato di Commissione e Parlamento Ue e per rendere più facile adattare la spesa alle nuove necessità, come per esempio è stata la crisi dei migranti o la lotta al terrorismo. Mentre sul fronte della condizionalità si prospetta di far valere la "chiara relazione tra lo stato di diritto e un'attuazione efficiente degli investimenti pubblici e privati supportati dal bilancio Ue".

La Commissione non ha dato indicazioni precise su quale proposta intende presentare per il prossimo quadro finanziario multi-annuale (il bilancio pluriennale, ndr) che dovrebbe scattare dal 2021. Vuole prima lasciare spazio al dibattito tra governi e all’Europarlamento. La Brexit ha un impatto anche sul calendario per l’adozione del nuovo quadro finanziario multi-annuale. Oettinger vuole rinviare la proposta formale alla primavera-estate 2018 perché solo allora, una volta concluso il negoziato sul conto che Londra deve pagare per uscire, si conosceranno «le conseguenze esatte della Brexit e quali saranno le fatture da pagare».

Oettinger ha chiarito «una volta che andranno via i britannici verrà meno lo sconto negoziato dalla signora Thatcher» e «a quel punto si dovranno «eliminare tutti gli sconti seguiti al primo». Trovare un accordo a 27 sarà difficile perché sul bilancio pluriennale rimane la regola dell’unanimità. Rispetto al 2013, quando fu trovato l’ultimo compromesso per il quadro finanziario multi-annuale 2014-2020, i compiti affidati all’Ue si sono ampliati con la gestione dell’emergenza migratoria, il controllo delle frontiere esterne, la necessità di rafforzare la sicurezza e la difesa, l’attenzione per gli investimenti.

Sul fronte Italia,il commissario europeo ha detto: «Per esempio in Italia dove c’è un Nord molto sviluppato dal punto di vista industriale e un Sud con grossi problemi strutturali, sarebbe sensato decidere insieme con il governo a Roma su un diverso utilizzo dei fondi Ue per il Nord e per il Sud». «L’idea» che ha lanciato il commissario è quella, nell’ambito del semestre europeo sui conti pubblici e riforme, di redigere «raccomandazioni specifiche» non solo per Paese ma anche per regione, e di condizionare la loro realizzazione all’impiego dei diversi fondi Ue lavorando insieme a livello Ue, nazionale e regionale.

Fonte immagine: lastampa.it

Alessia Panariello