Economia

Ocse, tagliate le stime del Pil italiano: -1,5% nel 2013

MILANO, 02 MAGGIO 2013 – In base a quanto emerge dall’ultimo rapporto Ocse: «La priorità per l'Italia resta la riduzione ampia e prolungata del debito pubblico, perché con un rapporto debito/Pil vicino al 130% e un piano di ammortamento del debito particolarmente pesante, il Paese rimane in balìa dei mercati finanziari. Al momento è impossibile per il momento ridurre in modo significativo il livello della tassazione». A causa di ciò, l’Ocse ha stimato un taglio del Pil 2013 dell'1,5%.

L’organizzazione puntualizza che si tratta di una «stima conservativa, dato che l'impatto sulla crescita di alcune misure, tra cui il piano annunciato ad aprile 2013 di ridurre significativamente i debiti arretrati della Pubblica amministrazione, resta incerto».

Nel suddetto rapporto, l'Ocse stima che il rapporto debito/Pil dell'Italia a fine 2014 arriverà al 134%, aggiungendo che:« La percentuale potrebbe però "aumentare ulteriormente qualora non si prosegua con ulteriori interventi di consolidamento e/o in assenza di entrate provenienti da operazioni di privatizzazione nel corso di quest'anno o del prossimo». [MORE]

Secondo l’organismo internazionale, le cause sono da imputare alla debolezza italiana: «Sebbene il sistema bancario si sia rivelato complessivamente solido, diversi istituti di credito hanno incontrato gravi difficoltà e il settore finanziario resta esposto a rischi sistemici», per questo l’Italia dovrebbe «incoraggiare le banche ad aumentare gli accantonamenti per perdite, ad emettere nuove azioni o a cedere attività non strategiche. Attualmente, le banche italiane registrano in media un indebitamento inferiore ai loro omologhi europei. Tuttavia, con il persistere della recessione, il livello già elevato di crediti in sofferenza è in aumento e rimane un'importante fonte di preoccupazione».

Tuttavia, il rapporto dell’Ocse sull'economia del nostro Paese evidenzia anche degl’elementi di positività: «L'Italia ha avviato un ambizioso programma di riforme, che insieme alle misure intraprese dall'Eurozona ha ridotto i rischi di rallentamento economico, e potrebbero aiutarla a uscire dalla recessione già nel corso del 2013». Prosegue il rapporto: «Al Paese, prosegue la relazione, serve un mercato del lavoro più inclusivo. Gli effetti benefici di questi interventi, sottolinea però l'organizzazione, richiederanno tempo per materializzarsi, a causa del clima di scarsa fiducia, del ritmo lento della ripresa negli altri Paese e della necessità di proseguire sulla strada del consolidamento fiscale».

In merito al mercato del lavoro,per l’Ocse «invece di tentare di preservare i posti di lavoro, l'Italia deve promuovere un mercato del lavoro più inclusivo, accrescendo l'occupabilità attraverso un sostegno attivo alla ricerca di lavoro e alla formazione, accompagnato da una più ampia rete di protezione sociale».

Infine, sottolinea l’Ocse: «La riforma del 2012, per l'organizzazione, è un un primo tentativo di affrontare in modo esaustivo le debolezze del mercato del lavoro. Ora, si dovrà riorientare il sostegno verso la flexicurity. Una maggiore flessibilità nelle assunzioni e nei licenziamenti dovrebbe essere associata a "politiche più efficaci in materia di ricerca di lavoro, di attivazione e formazione, e di attuazione del sistema di protezione sociale universale previsto».

(fonte: Ocse)