Estero

Occupy Central, Pechino minaccia di intervenire, ma gli studenti non si arrendono

 HONG KONG, 30 SETTEMBRE 2014 - «Occuperemo gli uffici del governo, e la protesta aumenterà d'intensità a partire dal 2 ottobre». È stata questa la risposta della Federazione degli studenti di Hong Kong, alle minacce di Pechino di reagire alle proteste degli ultimi giorni con interventi più severi. Tra le dichiarazioni forti di oggi e l'annunciato incremento delle proteste vi passa l'Anniversario della presa del potere da parte del Partito Comunista, festa nazionale in programma per domani.

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L'imperativo è dunque Resistere, e gli studenti sembrano piuttosto ottimisti sugli esiti della protesta, e le loro richieste di elezioni libere. In mattinata, per le strade della regione amministrativa speciale cinese, il numero dei manifestanti sembrava drasticamente diminuito, ma nel pomeriggio in tanti hanno affollato il sit-in nei pressi di Admiralty, il centro finanziario della città. Leung Chun-Ying, governatore di Hong Kong, ha ottenuto il completo appoggio da parte di Pechino, e ha fatto un appello al movimento di Occupy Central: «i fondatori avevano promesso che avrebbero interrotto le proteste nel caso in cui la situazione sarebbe sfuggita di controllo; che mantengano dunque la promessa». Di risposta, i leader del movimento fanno sapere che la campagna potrebbe sospendersi temporaneamente se lo stesso Leung Chun-ying presentasse le proprie dimissioni, «sarebbe un segnale molto importante che almeno il governo ha cambiato il suo atteggiamento intransigente e sembra intenzionato a risolvere la crisi».

Il governo di Pechino ha nel frattempo inviato una lettera a tutte le sedi diplomatiche straniere presenti a Hong Kong, invitandole ad attenersi alla Convenzione di Vienna – al cui art.55 si sottolinea il dovere del personale di ambasciate e consolati di “rispettare leggi e regolamenti dello Stato ospitante”.

Foto: lastampa.it

Dino Buonaiuto