Politica
Occupazione Papillo, Santori: "I genitori non mandano i figli alla scuola adiacente"
ROMA, 25 FEBBRAIO 2014 - “Sono mesi che l’occupazione del Casale Papillo tiene in scacco un intero quartiere. Una volta per tutte il Prefetto e il Sindaco di Roma dovranno farsi carico della questione del casale occupato all’Eur Papillo ordinandone lo sgombero immediato”, così dichiara in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio, nel raccogliere lo sfogo di tanti genitori della zona che non vogliono più iscrivere i propri figli alla scuola dell’infanzia sita nei pressi del Casale.
“Si tratta di una struttura da destinare al quartiere e che oggi però ne rappresenta invece il più grave condizionamento. Crediamo che in questa faccenda ci sia in gioco il diritto basilare di un cittadino e cioè quello di vivere la propria abitazione e il proprio quartiere con serenità e la giusta libertà e potendo godere degli investimenti fatti con sacrificio in un quartiere di nuova urbanizzazione. Questi episodi mettono a repentaglio le scelte di tante famiglie che onestamente cercano di vivere la propria quotidianità in un momento di crisi così grave, anche alla luce del fatto che gli occupanti hanno di fatto assediato la scuola dell’infanzia del quartiere, allacciandosi abusivamente alle utenze della stessa e aggiungendo al danno dell’occupazione anche la beffa di dover mantenere queste famiglie con i soldi dei contribuenti”, conclude Santori.
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Ecco le parole delle famiglie residenti, i veri protagonisti di questa battaglia e le reali vittime di questa ingiustizia:
“Vivo nel quartiere dal 2006 e l’ho visto crescere a poco a poco nella giusta direzione fino all’occupazione del casale in oggetto. Oltre al banale fatto dell’ingiustizia dovuta ai soldi che, avendo comprato la casa sulla carta, ho versato per vedere ristrutturato il casale e per avere una zona verde dedicata a noi residenti e ai nostri figli, e oltre alla rabbia che provo nell’affacciarmi la domenica alla finestra e vedere che arrivano, senza problemi e senza che nessuno glielo impedisca, persone sconosciute a portare mobili e divani per vivere in modo abusivo anche alle mie spalle, ora è prevalente la preoccupazione che, come cittadino e come mamma, sento relativamente alla scuola comunale adiacente al casale. Infatti entro il prossimo mese devo scegliere una scuola per mia figlia che dal prossimo anno frequenterà la scuola dell’infanzia e, nonostante tutte le mamme del palazzo che mandano i figli in quella scuola ne parlino bene, sapendo che gli occupanti si sono allacciati abusivamente alle utenze della scuola e avendo anche appreso che la figlia di uno degli occupanti frequenta quella scuola, non sono più così certa che sia la scuola giusta da far frequentare a bimbi così piccoli ed indifesi. Non è razzismo ma solo oggettività pensare che la sicurezza e anche l’incolumità dei bambini è a rischio, data la vicinanza esterna del casale occupato e frequentato da persone che vivono serenamente nell’illegalità, e anche data la conoscenza interna che costoro ormai hanno della struttura scolastica, tramite il bimbo che la frequenta (che personalmente e ovviamente non ha nessuna colpa) ma appartiene a queste famiglie, che andranno credo, come tutti i genitori, ai consigli di classe e alle varie riunioni, dando accesso all’interno della struttura scolastica appunto a persone che, a quanto stiamo vivendo, esplorano territori e capiscono dove e come possono approfittarne. Finora non avevo avuto dubbi nell’iscrivere mia figlia in quella scuola, ma ora, dati i fatti, non mi sento affatto sicura che l’ambiente della scuola sia protetto: il casale è infatti praticamente attaccato alla scuola, e anche se forse che chi ci abita abusivamente non ha un diretto interesse a fare del male a dei bambini, ma considerando anche i furti ultimamente accaduti nel quartiere proprio da quando gli occupanti sono lì, temo che le persone che girano intorno agli occupanti, dell’associazione o loro amici invitati alle numerose manifestazioni e “corsi” che gli occupanti organizzano per autofinanziare l’associazione che li sostiene, non siano affatto raccomandabili e siano anche senza scrupoli e potenzialmente pericolosi. Quindi onestamente non mi fido a lasciare mia figlia tutto il giorno in una scuola che ha un recinto esterno facilmente scavalcabile ed accessibile da potenziali sconosciuti o, eventualmente, da quelle stesse persone occupanti il casale. A mio parere, chi viola la legge tutti i giorni ed impunemente, chi sfida le more della burocrazia e approfitta di una scuola pubblica per avere luce e quant’altro, possa (purtroppo) un giorno andare oltre e magari, anche solo per creare rumore o difendere degli pseudo diritti acquisiti dal vivere in una struttura abbandonata, entrare nella scuola, occuparla o fare di peggio ai bambini. Spero che queste mie preoccupazioni non siano strumentalizzate o prese come sfogo razzista o altro del genere, ma considerate per quelle che sono, e cioè espressione della rabbia e della paura dovute alla mancanza di libertà, situazione in cui mi ha messo chi, a Luglio dello scorso anno, è andato a vivere in quel casale, e ancora di più chi glielo ha facilitato e permesso.
Un altro aggiunge: “Sono residente nel quartiere e mia figlia di 4 anni frequenta la materna ed oggettivamente – dati anche i fatti di prepotenza ai quali ho assistito nel mese di novembre e le voci che sento circa il fatto che gli occupanti “non se ne andranno mai” e “che ci verrà un centro sociale” – sono molto preoccupata per mia figlia e per la sicurezza dei bambini che frequentano la scuola se ciò dovesse accadere. La scuola ha riferito che è stato fatto quanto in suo potere per segnalare la situazione a chi di competenza già da tempo, ma nulla sembra muoversi. Posso testimoniare che abitando in zona vedo un via vai di persone (ragazzi, extracomunitari, rom) che, senza essere razzista, non sembrano tanto raccomandabili. Ultimamente poi si vedono cani sciolti uscire dal casale e girare liberi per il quartiere e di tanto in tanto di notte ci sono fumate maleodoranti provenire da quella direzione. Dal vicesindaco era stato detto dal Municipio che i casali dovevano essere liberati per consentirne la ristrutturazione e per farci dei servizi per i residenti del quartiere, ma ad oggi (sono passati 2 mesi) nulla è ancora accaduto”.
Notizia segnalata da Fabrizio Santori