Cronaca

Berlusconi, anticipato il dibattito sul Ddl intercettazioni

ROMA, 13 OTTOBRE 2011 – Dopo la brusca frenata in Senato sull'approvazione del cosiddetto “processo breve", Silvio Berlusconi si prepara a tornare in Aula nella giornata di domani per chiedere il voto di fiducia. Alla vigilia dell'ennesimo capogiro del governo, che già due anni fa rischiò di lasciare Palazzo Chigi con tanto di rissa sfiorata, il Presidente del Consiglio torna a riaprire la questione sul ddl intercettazioni.[MORE]

“Le intercettazioni devono essere il primo provvedimento che approviamo. Con la fiducia se serve. Soprattutto se andiamo subito alle elezioni voglio stare tranquillo e non voglio paginate di conversazioni sui giornali. Ho bisogno di impostare una campagna mediatica che non deve essere disturbata dalle procure".

Intanto stamane si è svolto in piazza del Pantheon il terzo sit-in per dire di no all'approvazione del disegno di legge sulle intercettazioni. “Legge da mafia fascista”, tuona il leader dell'Idv Di Pietro. Grida di gioia si alzano dalle fila dei manifestanti per lo slittamento della discussione sul ddl, che avrebbe dovuto tenersi 48 ore fa a Palazzo Chigi. Poi la virata. L'incontro tra Letta, Palma, Ghedini, Cicchitto, Costa, Paniz e Contento viene prima fissato per martedì prossimo, poi anticipato ad oggi e tenuto in gran segreto nelle stanze private di Palazzo Grazioli. Un notevole sconto sulla tabella di marcia che lascia spiazzati manifestanti e opposizione. L'obiettivo è quello di tracciare il percorso di guerra utile a raggiungere a Montecitorio un'approvazione indolore dell'ennesima revisione sul disegno di legge.

Solo due giorni fa il Capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto aveva ufficializzato il rinvio a data da destinarsi del dibattito sul disegno di legge. "E' certo che ora si rinvia l'esame del ddl intercettazioni", così aveva risposto ai giornalisti curiosi di sapere se il governo avrebbe abbandonato il disegno di legge dopo gli scoraggianti risultati della manovra. Scartata così anche la possibilità di rinunciare definitivamente ad un decreto che, a sentire i vertici pidiellini, non piaceva né a Berlusconi né a Casini.

In piazza ancora nessuno sa nulla, mentre il capogruppo del Pdl in Commissione Giustizia alla Camera Enrico Costa conclude gli ultimi ritocchi al decreto. Dopo una serie di consultazioni e telefonate con il collega Costa, il Ministro della Giustizia Nitto Palma e il deputato Niccolò Ghedini, gli emandamenti sono pronti ad essere impiegati per sbaragliare la resistenza dell'Udc.

Dopo avere ignorato il parere negativo espresso dall'Osce, che ha esortato il governo a ritirare un disegno di legge che limita la libertà di stampa, i vertici del Pdl puntano a piegare la resistenza dei finiani. Secondo il leader di Futuro e Libertà, il decreto sulle intercettazioni sarebbe invotabile nella forma in cui è uscito dal dibattito al Senato e necessita di una sostanziale riformulazione. Compatta anche l'opposizione nell'ostruzionismo, che si dice pronta a boicottare in toto l'iter di approvazione del decreto sulle intercettazioni.

Riccardo Marcucci