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Nuovo Governo: Di Maio apre su alleanze, ma solo con Lega o PD

ROMA, 3 APRILE – Il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, ospite di Giovanni Floris per la trasmissione “Di Martedì” in onda su La7 (registrata questo pomeriggio negli studi della Capitale), ha lanciato la proposta di un “contratto” di governo, da sottoscrivere con Lega o Partito Democratico, aprendo dunque alla possibilità di creare alleanze per la formazione del nuovo esecutivo. [MORE]

Il candidato premier pentastellato ha anticipato la posizione che presenterà al Presidente Mattarella, quando salirà al Colle per le ormai prossime consultazioni, ultimo nell’ordine cronologico degli appuntamenti nell’agenda del Capo dello Stato, come da prassi relativa al singolo partito più votato. Di Maio rivendicherà fortemente l’incarico governativo, sulla base di un piano di lavoro su cui conta di avere l’appoggio delle altre forze politiche: “Proporremo un contratto di governo come si fa in Germania” – avrebbe dichiarato l’ex vicepresidente della Camera dei Deputati, ribadendo un’idea probabilmente già esposta nel corso della prima riunione congiunta dei nuovi Parlamentari stellati. Una convergenza, almeno con il Carroccio, potrebbe del resto essere facilmente trovata quantomeno sull’obiettivo di tagliare le spese della politica (di cui ha talvolta parlato anche Salvini in campagna elettorale) e sull’abrogazione della “legge Fornero”, oltre che sui rapporti con l’Unione Europea.

Il punto debole della posizione dei 5 Stelle, soprattutto rispetto alla possibilità di creare un asse con la Lega, è, però, la ferma volontà di mantenere nelle proprie mani la guida del nuovo esecutivo, ribadita stamane anche dalla Capogruppo alla Camera Giulia Grillo: “Gli Italiani sono stanchi di forzature e di Presidenti del Consiglio non eletti dal popolo. Il 4 marzo, 11 milioni di cittadini hanno votato non solo il programma del nostro Movimento, ma anche il candidato premier Luigi Di Maio che di quel programma è il garante. Vogliamo raccogliere questo segnale di cambiamento che ci chiedono i cittadini, quindi vogliamo far partire subito un governo che accolga la loro richiesta”. La Sen. Taverna ha poi confermato che quest’idea sarà fermamente espressa dal gruppo anche nel corso delle consultazioni presidenziali.

Diffusa la notizia delle dichiarazioni del candidato premier pentastellato, non si è fatta attendere la replica del PD, affidata alle parole del nuovo capogruppo al Senato, Andrea Marcucci: “I rappresentanti del partito, coerentemente con le decisioni assunte in direzione, diranno al Presidente Mattarella di non essere disponibili ad appoggiare alcun governo che abbia Di Maio o Salvini come premier. La proposta del leader 5 Stelle, pertanto, è ovviamente irricevibile”. È, questa, la posizione espressa dai dem, che si vedono ancora rappresentanti di un’area politica lontana ed alternativa a chi in questi giorni rivendica la vittoria elettorale, come più volte spiegato dal Segretario reggente Maurizio Martina, giustificando così la volontà, almeno per il momento, di non snaturare le proposte elettorali del Partito Democratico.

Ancora più dura è stata la reazione di Forza Italia, non citata esplicitamente da Di Maio nell’intervista a Di Martedì e che nelle intenzioni del Movimento dovrebbe essere tagliata fuori da eventuali alleanze governative. “Di Maio dimostra scarsissima cultura istituzionale, perchè Berlusconi non ha bisogno di legittimazioni da lui, essendo stato in questi anni votato da milioni e milioni di cittadini – ha affermato l’On. Maria Stella Gelmini – Dunque saremmo noi a renderci indisponibili a fare un governo con chi dimostra di non aver compreso il ruolo che gli elettori gli hanno attribuito”. “Forza Italia rappresenta quasi 5 milioni di elettori ed è il cuore della coalizione di centrodestra che ha vinto le elezioni – ha aggiunto l’On. Mara Carfagna – Non sarà Di Maio a dividere ciò che gli elettori hanno unito. Diciamo ‘no’ a veti ed egoismi che rappresentano infantilismo politico. Qualunque soluzione di governo che escluda Forza Italia o il centrodestra rappresenterebbe un tentativo di calpestare la volontà democratica e sarebbe inaccettabile perché ignorerebbe la volontà di qualche milione di elettori. I veti del M5S sono pertanto inaccettabili”.

Dunque, quando mancano oramai meno di 24 ore all’inizio delle consultazioni presidenziali al Quirinale, nonostante le sporadiche aperture, appare ancora arduo il compito che attende Sergio Mattarella, chiamato a sbrogliare una matassa sempre più intricata. Ai rappresentanti delle varie forze politiche che saliranno al Colle, verrà chiesta responsabilità istituzionale e verrà richiamata l’attenzione sulle esigenze dei cittadini; si tenterà di fare leva sulla volontà popolare, espressa dai risultati elettorali, per superare le varie preclusioni e sottolineare i punti di contatto nelle posizioni politiche dei partiti vincitori ed evitare di tornare alle urne, almeno nell’immediato.

 

Francesco Gagliardi

 

Fonte immagine: polisblog.it