Scienza & Tecnologia
Nuovo attacco hacker di Lizard Squad: a essere preso di mira è Tor
NEW YORK, 27 DICEMBRE 2014 – Dopo l’attacco ai due giganti dell’intrattenimento virtuale, la Xbox della Sony e la Playstation della Microsoft, i misteriosi hacker che si identificano con il nome di Lizard Squad ci riprovano con Tor.
Per i non intenditori, Tor è un sistema di invio di dati che tutela la privacy mediante una complessa struttura a incastro, che permette che le informazioni importanti vengano criptate. In altre parole, questo sistema impedisce che l’utente venga rintracciato quando, per esempio, naviga su internet. I Tweet di Lizard Squad di queste ultime ore mostrano come il gruppo di hacker abbia deciso di prendere di mira Tor per un motivo prettamente ideologico: poiché chi naviga in rete usando questo sistema di informazioni criptate può gestire materiale di qualsiasi tipo (pornografico, a sfondo pedofilo, con immagini violente e così via), renderlo inattivo significa poter rintracciare coloro che ne fanno un impiego sbagliato o immorale. In sostanza, Lizard Squad si proclama come una sorta di giustiziere che rivela i segreti più torbidi degli utenti della rete.[MORE]
Tuttavia, è chiaro che, insieme a coloro che lo usano per scopi poco leciti, vi siano utenti che sfruttano Tor per altri fini: aggirare la censura nei Paesi dove non è permessa la libertà di stampa, inviare informazioni segrete (non necessariamente illegali), promuovere contenuti in esclusiva. Le azioni di Lizard Squad andrebbero, quindi, a colpire tanto i criminali quanto coloro che sono nel giusto. Persino il team Anonymus, che ha fatto molto parlare di sé qualche anno fa per altri tentativi di hackeraggio, ha lanciato un tweet contro Lizard Squad, cercando di dissuaderli dal continuare con la manipolazione del sistema.
Nel frattempo, mentre la Sony ha ormai ripreso il pieno controllo dei suoi dispositivi, la Microsoft sta ancora cercando di riattivare le piattaforme alterate. Non resta che attendere gli sviluppi del nuovo attacco del team.
(foto: culturedigitally.org)
Sara Svolacchia