Cronaca

Nuovi sospetti su Restivo. Riaperto il caso della studentessa Jong-Ok Shin

 GRAN BRETAGNA, 28 FEBBRAIO 2012 – E’ stato riaperto il caso della studentessa sudcoreana Jong-Ok Shin, uccisa il 12 luglio 2002 a Bournemouth, nel Dorset, per il quale è stato condannato all’ergastolo Omar Benguit, che da sempre si dichiara innocente. Sarebbero stati proprio gli avvocati dell’uomo, secondo quanto riferito dal Bournemouth Echo, giornale locale, a richiedere la riapertura del caso alla Criminal Cases Review Commission e a chiamare in causa come sospettato Danilo Restivo. Secondo gli avvocati di Benguit, infatti, ci sarebbero delle analogie, tra gli omicidi di Heather Barnett, accaduto sempre a Bournemouth, il 12 novembre del 2002, per il quale Restivo è stato condannato all’ergastolo e quello di Elisa Claps avvenuto a Potenza il 12 settembre del 1993, per il quale è stato condannato a 30 anni. Ciò che fa pensare che ci possa essere un collegamento tra l’omicidio di Oki, così la chiamavano i suoi amici e Restivo, è la modalità con cui la giovane è stata assassinata.[MORE]

La studentessa, infatti, è stata uccisa con un’arma da taglio, così com’era avvenuto per Elisa e per la Barnett, con un’inaudita violenza, tanto da riportare la frattura di numerose costole, inoltre vicino alla scena del delitto è stato ritrovato un passamontagna. Restivo era solito indossarlo per compiere i suoi delitti e anche quando fu arrestato dalla polizia londinese, durante un pedinamento, ne fu poi rinvenuto uno in suo possesso. Ma la coincidenza che lascia i maggiori dubbi è il taglio della ciocca di capelli, pratica usuale a Restivo, che attuava anche sui mezzi pubblici, su ragazze ignare e anche Jong-Ok Shin ne era stata vittima.

La riapertura del caso era da tempo nell’aria, già nel 2010, erano state fatte presenti tali coincidenze, inoltre Restivo, subito dopo l’omicidio fu anche ascoltato dagli inquirenti, ma poi lasciato andare. Ora invece, alla luce delle sue due condanne, delle numerose coincidenze con gli altri omicidi e della presenza in carcere di un uomo che si è sempre dichiarato innocente, condannato solo dopo il terzo processo, dopo che nei primi due la giuria non era riuscita a raggiungere un verdetto, la sua situazione viene rimessa in discussione e potrebbe doversi ripresentare alla sbarra con l’ennesima accusa di omicidio.

E pensare che da subito, già nel 1993, per l’omicidio Claps, i sospetti e gli indizi, andavano tutti in un'unica direzione, verso Danilo Restivo. L’ultimo ad aver visto Elisa; gli approcci violenti con le ragazze conosciuti da tutti; il debole per la giovane. E poi ancora nel corso delle indagini: i vestiti di Restivo macchiati di sangue e mai sequestrati; perizie del DNA contraddittorie, perquisizioni parziali, depistaggi. Eppure c’è voluto un altro omicidio per condannarlo e 18 anni per riconoscerlo colpevole anche in Italia. Ora si scopre che probabilmente gli omicidi sono tre. Che ci siano stati degli errori in quell’indagine è in dubbio, se queste siano state poi fatte in malafede, sarà la procura a doverlo stabilire, sta di fatto che chi ha sbagliato avrà sulla coscienza queste ragazze perché Restivo poteva essere fermato.

Fonte immagine: parolibero.it

Stefania Schirru